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Le tradizioni natalizie in Irpinia

Le tradizioni natalizie in Irpinia

Usanza irpina legata al presepe, è quella della novena, per nove giorni prima del 25, ogni sera nelle nostre case vengono zampognari o bambini che intonano davanti al presepe canzoni di Natale. Dopo la preparazione del presepe, ciò che fa di noi dei buoni irpini, è la preparazione dei pranzi delle feste. Natale in Irpinia vuol dire famiglia, tutti i parenti riuniti intorno al tavolo per mangiare e trascorrere le giornate con i giochi tipici del periodo, come ad esempio la tombola.

  I Cibi Natalizi in Irpinia

In occasione del Natale la provincia avellinese tira fuori il meglio delle sue tipicità enogastronomiche e rispolvera ricette antiche che si tramandano di generazione in generazione. Ecco di seguito un viaggio nei profumi e nei sapori dei piatti cult del Natale.

Accio e Baccalà: L‘Accio non è altro che il sedano, ortaggio dal gusto deciso e fresco, che si presta perfettamente per questa minestra leggera e profumata ideale per il pranzo della Vigilia, rigorosamente light, in attesa del cenone.

La scarola imbottita: La scarola imbottita, o in dialetto ‘scarola imbottita’  è una ricetta tipica della Campania dalle origini contadine. La ricetta prevede che la scarola venga prima lessata e poi farcita con un mix di ingredienti molto saporiti come olive nere, pecorino, pinoli, uvetta, capperi e acciughe. In base ai gusti e alle esigenze è possibile eliminare, o sostituire qualche ingrediente. Diciamo che ogni famiglia, come spesso accade, conserva la sua versione. Ma in ogni caso il sapore è sempre intenso, rustico, buono e deciso.

Zeppole di pasta cresciuta: Così vengono chiamate le palline fritte a base di farina, acqua, sale e lievito di birra a cui a Natale si aggiunge il baccalà o le alici sott’olio. L’origine di questo piatto è come sempre quella della cucina povera. La sera della vigilia non potendo permettersi un pezzo di baccalà per ogni commensale si aggiungeva quel poco che si era comprato alla pasta del pane e si friggeva. Nel tempo la necessità è diventata tradizione.

Pizza di scarole: Un impasto soffice e fragrante avvolge un saporito ripieno di scarola, uva sultanina, pinoli, capperi, acciughe e olive nere di Gaeta. È la pizza di scarole un classico delle feste di Natale. La pietanza, infatti si prepara sia in occasione della cena della vigilia di Natale che per il cenone di capodanno, come piatto in più o di contorno ad altre pietanze. In molti invece usano mangiarla a pranzo. Come tradizione vuole, le vigilie sono di magro, non si mangia carne nè a pranzo nè a cena e questo rustico, essendo farcito quasi interamente di verdura, è considerato un pasto magro e perfetto per la vigilia.

Struffoli: Belli da vedere e buoni da mangiare. Sono gli struffoli, morbide palline di pasta dolce fritte, imbevute nel miele e, infine, guarnite con canditi e confettini colorati.  Tonde, ricche di gusto e dal sapore natalizio queste biglie minute e goduriose sono e devono essere presenti in ogni banchetto Made in Sud. Ognuno ha la propria ricetta, c’è chi li preferisce ricoperti da una montagna di zuccherini e chi opta solo per la ‘cucuzzata’, ma la regola insindacabile è che siano addolciti da una cascata di miele.

Zeppole: La tradizione vuole che le mamme e le nonne le preparino prestissimo, all’alba, il giorno della vigilia di Natale. Le zeppole, semplici e dolci ciambelle fritte rientrano a pieno titoli tra quei dolci tipici del pranzo del 24 dicembre. Mentre le donne preparano il ricco banchetto del grande cenone il palato dei bambini viene allietato da questa leccornia dal gusto intramontabile. Un classico ghiottissimo a cui è impossibile resistere.

                                        Eventi Natalizi Irpini

L’ 8 dicembre, giorno in cui per tradizione le famiglie irpine e non solo si accingono a decorare le proprie abitazioni in occasione del Natale. In ogni famiglia irpina che si rispetti, non può assolutamente mancare il Presepe, che sia piccolo, grande, di plastica o di creta. Il giorno dell’Immacolata, ci accingiamo a tirar fuori dagli scatoloni, dove gelosamente le custodiamo, le nostre statuine, ognuna legata ad un ricordo e ad un significato.

Ho ancora vivo il ricordo di mio nonno che ogni anno veniva a casa mia a fare il presepe. I suoi racconti, sul significato di ogni singola statuina, attiravano l’attenzione dei presenti.

Gesualdo, il rito dei falò accende la magia del Natale

Si accende la magia del Natale! Gesualdo si appresta a vivere le festività nel segno dell’unione, della serenità, della gioia, dell’allegria.
Sabato, 30 novembre, in concomitanza con le celebrazioni in onore di Sant’Andrea apostolo, si darò avvio al ricco calendario di eventi che animerà il borgo fino a metà gennaio. L’esposizione della reliquia del Santo e la benedizione dei tradizionali falò, in piazza Umberto I e in piazza Neviera, si accompagnerà all’accensione delle luminarie e a momenti di convivialità intorno a stand gastronomici e piatti tipici.
L’evento è organizzato dal Comune di Gesualdo in collaborazione con la Pro loco Civitatis Iesualdinae. L’intero cartellone, con spettacoli, contest fotografici, laboratori e momenti di intrattenimento per i più piccoli è il frutto della collaborazione tra tutte le associazioni presenti sul territorio.

Il Presepe

Il presepe, o presepio, è una rappresentazione della nascita di Gesù, che ha origine da tradizioni tardo antiche e medievali; l’usanza, inizialmente italiana, di allestire il presepio in casa nel periodo natalizio è diffusa oggi in tutti i paesi cattolici del mondo. Le fonti per la raffigurazione del presepe sono i 180 versetti dei Vangeli di Matteo e di Luca. Il presepe tradizionale è una complessa composizione plastica della Natività di Gesù Cristo, allestita durante il periodo natalizio; vi sono presenti statue formate di materiali vari e disposte in un ambiente ricostruito in modo realistico. Vi compaiono tutti i personaggi e i luoghi della tradizione: la grotta o la capanna, la mangiatoia dov’è posto Gesù Bambino, i due genitori, Giuseppe e Maria, i Magi, i pastori, le pecore, il bue e l’asinello e gli angeli. La statuina di Gesù Bambino viene collocata nella mangiatoia alla mezzanotte tra il 24 e il 25 dicembre, mentre le figure dei Magi vengono avvicinate ad adorare Gesù nel giorno dell’Epifania. Lo sfondo può raffigurare il cielo stellato oppure può essere uno scenario paesaggistico. A volte le varie tradizioni locali prevedono ulteriori personaggi. Per tradizione, il presepe si mantiene fino al giorno dell’Epifania, quando si mettono le statuine dei Re Magi di fronte alla Sacra Famiglia, o anche sino al giorno della Candelora, sia in Italia che in altri paesi. Esiste anche un altro modo per allestire il presepio: si tratta del presepe vivente, in cui agiscono persone reali; di origine medievale, ha avuto negli ultimi decenni in Italia una notevole diffusione.

 

Lavoro svolto da: E.G., F.A., A.R., M.D.C., G.C, classe 1°sez. B

Silvia De Simone
Silvia De Simone
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