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Terremoto Irpinia

Terremoto Irpinia

Il terremoto dell’Irpinia del 1980 fu un sisma che si verificò il 23 novembre e che colpì la Campania centrale e la Basilicata centro-settentrionale. Il terremoto colpì alle 19:34: una forte scossa della durata di circa 90 secondi, con un ipocentro di circa 10 km di profondità, colpì un’area di 17.000 km² che si estendeva dall’Irpinia al Vulture, posta a cavallo delle province di Avellino, Salerno e Potenza. I comuni più duramente colpiti furono quelli di Castelnuovo di Conza, Conza della Campania, Laviano, Lioni, Sant’Angelo dei Lombardi, Senerchia, Calabritto e Santomenna.

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A Lioni crollarono quasi totalmente tutti i vecchi edifici costruiti con ciottoli e malte, ma anche un elevato numero di fabbricati moderni in cemento armato; ad una stima provvisoria risultò distrutto circa il 75% del patrimonio abitativo. Della chiesa madre di Santa Maria Assunta crollarono totalmente la copertura e la facciata e parzialmente le murature verticali; il campanile risultò profondamente lesionato e dissestato. Ci furono 2.914 morti, 8.848 feriti e circa 280.000 sfollati.

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CHIESA MADRE DI SANTA MARIA ASSUNTA DURANTE IL TERREMOTO E DOPO

 

“Quando quella sera alle 19:34 arrivò l’apocalisse, fu la fine di un mondo pulito ed onesto; restarono solo morte e macerie.”

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A dare l’allarme via radio fu Gerardo Calabrese, detto il “tipografo”. I soccorsi purtroppo tardarono ad arrivare mentre la gente moriva sotto le macerie della propria abitazione, mentre, nei giorni successivi, ad aggravare la situazione, ci furono anche le avverse condizioni climatiche. L’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini, dopo due giorni, nella Piazza della Vittoria, lanciò l’urlo che diventò poi famosissimo: “Fate presto!”.

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