La tarantella è il “quid” del Carnevale Montemaranese. Un evento autentico e giustamente famoso. Poco sfarzo, ma tanta allegria ed originalità. Non conta aver la maschera più bella o più costosa: mettersi un vestito (anche a rovescio) e andare a ballare, questo è lo spirito del carnevale Montemaranese!
Una tradizione radicata che si ricorda a memoria d’uomo e si rinnova ogni anno con lo stesso entusiasmo, un qualcosa che è entrato a far parte del codice genetico dei montemaranesi.
Tutti in maschera dal più piccolo al più anziano: la riscossa della povera gente, era questo il significato più profondo del Carnevale. In quei giorni gli “umili” del paese potevano finalmente riscattarsi, dando vita ad una piccola rivoluzione sociale. I ruoli si invertivano: il contadino diventava signore, il maschio diventava donna e viceversa. Quei “panni” conferivano il gusto della rivincita, la consapevolezza di sentirsi importanti, la sfrontatezza di schernirsi dei “potenti”, l’irriverenza di fare caricature ad effetto. Il popolo diventava protagonista. Era fondamentalmente essere irriconoscibile.
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