Il Natale è una festa che non ha eguali e probabilmente poche volte ha subito battute d’arresto per cause maggiori. Quest’anno, che sta per volgere al termine, causa il covid 19, si è tramutata  completamente la concezione di festeggiamenti natalizi.

Per me non cambierà tanto, visto che sono musulmana. Sono una ragazza nata e cresciuta in  Italia, e come tale ho molti amici che festeggiano il Natale.

Da loro ho imparato molto, soprattutto il senso di questa festa religiosa.

Noi musulmani non festeggiamo il Natale perché si festeggia la nascita di Gesù Cristo,che nella nostra concezione di religiosità è un profeta e non il figlio di Dio.

Ovviamente sono molto dispiaciuta per chi dovrà passare il Natale senza vedere amici o familiari, perché mi rendo conto che per molti di loro è anche un motivo per riunirsi in pace e serenità. Ad essere sincera,anche se a casa non festeggio il Natale, mi sono sempre cimentata in recite e canti, che venivano proposti, negli anni addietro, nella mia scuola. Ho sempre frequentato l’ora di religione fin da piccola e i miei genitori sono stati sempre d’accordo per questa cosa, lasciandomi libera di fare.

Non è un anno da ricordare con il sorriso sulle labbra. Non è un bel momento, ma io sono abituata a vedere il bicchiere sempre mezzo pieno e anche stavolta voglio lanciare un messaggio di positività a tutti i miei compagni cattolici.

Anche se in quarantena, comunque il Natale è una festa per ricordare la nascita di Gesù, salvatore dei cristiani, e dunque festeggiato. Non bisogna perdere la speranza e soprattutto bisogna dare il giusto valore alle cose. È il momento di vivere l’essenzialitá di questa festa. Dare il giusto peso anche ai tempi bui che ci hanno accompagnato.

E, più importante di tutto, vivere in pace, tutti insieme, tutti frutti della stessa pianta.

L.N. III A SSPG TEORA