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Intervista a Rosetta D’Amelio – Consigliera delegata della Giunta regionale alle Pari opportunità –

Intervista a Rosetta D’Amelio – Consigliera delegata della Giunta regionale alle Pari opportunità –

1) Cosa pensa in merito all’iniziativa di creare un Giornale on line da parte dell’I. C. “Iannaccone”?

Innanzitutto la nascita di un giornale va sempre accolta come un’ottima notizia indipendentemente da chi siano gli ideatori. Naturalmente fa ancora più piacere che l’editore sia un istituto scolastico. La comunicazione, e questo le giovani generazioni lo sanno molto bene, è cambiata moltissimo negli ultimi dieci-quindici anni e muta di anno in anno con i nuovi strumenti social. Allora un giornale diventa momento di sintesi e di approfondimento, assolutamente necessario per fermarsi e riflettere. Mi complimento per l’iniziativa.

2) Ritiene che il Giornale, pensato come “Voce del Villaggio”, possa essere uno strumento efficace per sintonizzare la realtà scolastica con quella delle istituzioni e degli enti territoriali nell’ ottica di una comunità che si “prende cura” e coopera costruttivamente con il mondo della scuola?

Sì. Credo che sia non solo uno strumento efficace, ma direi fondamentale alla luce delle evoluzioni della comunicazione. Oggi un giornale è soprattutto un mezzo capace di fare comunità, anche se parliamo di ambiti particolari e ristretti. E’ importante che ciò che si scrive arrivi a un target di riferimento preciso e ben individuato. La scuola è nelle istituzioni e le istituzioni sono e dovrebbero essere ancora di più vicini al mondo della scuola. L’esperienza del covid, con le conseguenze che si sono viste, lo dimostra.

 

 3) Ha avuto modo di visionare il primo numero del Giornale dedicato al quarantennale del sisma del 1980? Qual è la sua opinione in merito?

Ho letto lo speciale dedicato al quarantennale del terremoto del 1980 e sono rimasta molto colpita dal taglio utilizzato, che ricalca gli approfondimenti dei grandi giornali. C’è molto in questo primo numero, dalle testimonianze alle immagini. Davvero un modo istruttivo per ricordare e parlare di questa esperienza tra chi non era ancora nato.

 

4) Il secondo numero del Giornale sarà dedicato al Natale, anch’esso stravolto dalla pandemia mondiale, e alla solidarietà che, forse oggi più che mai, dovrebbe essere il filo conduttore di questa ricorrenza e in generale della quotidianità di ognuno di noi. Cosa pensa in merito? Come sarà vissuto questo Natale “difficile e diverso” da una comunità così legata alle tradizioni?

 Per noi italiani il Natale è una festa dal significato particolare perché coniuga fede, tradizione e affetti. Quest’anno vivremo un Natale necessariamente diverso, ma ritengo non meno carico di valori, anzi forse le norme anti-covid e le varie limitazioni previste dai Dpcm ci permetteranno di spogliare la festa di tanti orpelli e consuetudini mondane e consumistiche e di viverla ancora di più nel contesto familiare, nella semplicità, riscoprendone gli aspetti più profondi: solidarietà, cura dell’altro, accoglienza. Sarebbe bello se ognuno di noi, nel suo piccolo, potesse donare un momento di felicità a qualcuno meno fortunato perché solo o anziano, magari attraverso una telefonata. Non costerebbe nulla ed è anche un comportamento rispettoso delle regole anti-contagio.

 

5) In virtù della sua lunga esperienza istituzionale ritiene che, sin dall’inizio della pandemia, le misure adottate dalla politica ai diversi livelli in relazione al sistema scolastico siano state adeguate per la gestione di questa emergenza sanitaria? Qual è il suo parere in merito alle scelte che hanno riguardato e che riguardano tutt’ora il mondo della scuola e l’emergenza Covid-19?

 

Penso che il mondo della scuola nel suo complesso (dirigenti, docenti, personale Ata e alunni) stia pagando uno dei prezzi più alti di questa pandemia. Purtroppo però, almeno nel contesto campano, i dati ci dicono che chiudere le scuole è stata una scelta valida, adottata con tempestività e capace di frenare il propagarsi del contagio in modo incontrollato. Come è noto non è la scuola a essere contagiosa, ma ogni alunno e ogni docente portano in aula gli effetti della loro vita al di fuori delle mura scolastiche ed è questo l’elemento di vera preoccupazione per chi ci amministra e governa. A livello nazionale si sarebbe dovuto fare di più: i banchi a rotelle forse non erano la vera priorità, il potenziamento dei trasporti sì, soprattutto nelle città. Non dobbiamo infatti dimenticare che non tutti gli alunni hanno a disposizione gli stessi strumenti: ci sono tanti bambini e ragazzi che non riescono a essere seguiti nell’apprendimento dai genitori e per i quali la Dad assolutamente non può sostituirsi alle lezioni in presenza. Per loro questi mesi di pandemia rappresenteranno un gap enorme da dover recuperare e le istituzioni non possono voltarsi dall’altra parte senza rendersi conto del problema e studiare sistemi per arginarlo.

Io voglio cogliere l’occasione però per complimentarmi con i docenti per lo sforzo che stanno compiendo: al di là di poche mele marce, la scuola italiana sta dimostrando ancora una volta di avere insegnanti professionali e appassionati, che si stanno donando ai loro alunni totalmente, sperimentando nuove modalità didattiche. E poi un plauso sincero va agli studenti di tutti gli ordini e i gradi perché stanno compiendo un grande sacrificio da mesi e stanno rinunciando alla socialità e a esperienze fondamentali per la crescita e la formazione. Ma lo stanno facendo dimostrandosi molto maturi, dando a noi adulti una grande lezione di senso civico.

 

 

Rosetta D’Amelio

Consigliera delegata della Giunta regionale alle Pari opportunità

Silvia De Simone
Silvia De Simone
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