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La Shoah: considerate che questo è stato. Per non perdere la memoria degli orrori del passato.

La Shoah: considerate che questo è stato. Per non perdere la memoria degli orrori del passato.

Miei cari ragazzi,

ormai lo sapete che in questo mese di gennaio, come ogni anno ed in tutto il Mondo, vi tocca fermare il normale corso delle lezioni per riflettere, insieme con le vostre insegnanti ed i vostri insegnanti, in merito alla Giornata della Memoria che si celebra il 27 gennaio, per ricordare la Shoah (lo sterminio!) degli Ebrei d’Europa da parte dei fascisti italiani e dei nazisti tedeschi.

Probabilmente, i docenti vi hanno detto che per quella data vi dovete preparare, che dovrete studiare, leggendo qualche poesia o un brano, persino scrivendo un articolo, e magari facendo una ricerca: non preoccupatevi, lo hanno chiesto anche a me, e quindi anch’io mi sono messo a studiare (non si finisce mai, miei cari)!!

Negli ultimi tempi, vi confesso, vedendo il ritorno delle svastiche naziste (se cercate su Internet vedete come sono fatte!), disegnate sui muri ovunque anche in luoghi che hanno visto in passato le tragiche imprese dei carnefici, e l’uso dei saluti romani fascisti in manifestazioni pubbliche nella democratica Italia, che ha messo al bando il Fascismo (!), ho perso un poco di speranza anche verso queste lodevoli iniziative, perché evidentemente, già all’indomani sono da voi dimenticate: vi prego, smentitemi!!

Ed allora, non voglio annoiarvi, offrendovi un’altra spiegazione difficile e magari per voi poco comprensibile sull’argomento (se volete, potrete sempre approfondire: ci sono tanti documentari, film ed ovviamente libri, sull’argomento!!)

Anzi, voglio sforzarmi di pensare con la vostra testa, anche perché alla vostra età difficilmente si potrà riflettere con la giusta profondità e fare davvero memoria di avvenimenti così assurdi, terribili ed incredibili, che nonostante il forte impatto emozionale, sono comunque lontani da voi, essendo accaduti tra gli 80 ed i 75 anni fa.

Allora, credo sia giusto avviare questa mia riflessione cercando di rispondere a delle domande che spero vi facciate o che dovreste farvi, comunque.

Il 27 gennaio di ogni anno è il Giorno della Memoria: memoria di cosa?

Fino a qualche anno fa, si diceva che era la giornata dell’Olocausto, che significa sacrificio: ma gli Ebrei si sono offesi e ribellati, poiché con questo termine quasi si giustificava il gesto, come quando in passato si sacrificava qualcuno in onore di qualche Dio o di qualche buona ragione.

Al contrario, gli Ebrei furono semplicemente sterminati, trucidati nei lager, ossia nei campi di sterminio: uccisi nelle camere a gas, bruciati e ridotti in cenere nei forni crematori, con le ceneri sparse nel vento.

Ed ecco perché già venti anni fa, il Parlamento italiano, con la Legge 20 luglio 2000, n. 211 decise di istituire il 27 gennaio di ogni anno il “Giorno della Memoria”  con la seguente motivazione (art.1): la giornata vuole mantenere viva la memoria  della Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati

Quindi, ora sapete chi, come e quando lo ha stabilito per l’Italia, ma il 1º novembre 2005, durante la 42ª riunione plenaria delle Nazioni Unite (ONU!) decisero di far celebrare il 27 gennaio, in tutto il Mondo, la liberazione dei campi di concentramento nazisti e la fine dell’Olocausto (parola che, come abbiamo detto, gli Ebrei ritennero offensiva e fu cambiata in SHOAH!

A questo punto credo che vi chiediate perché si è stabilito di celebrare il Giorno della Memoria proprio il 27 gennaio!

Perché – e questo lo dovete memorizzare bene – il 27 gennaio del 1945, verso mezzogiorno, le truppe sovietiche dell’Armata Rossa, impegnate nella offensiva Vistola-Oder in direzione della Germania, varcarono i cancelli del campo di Auschwitz, in Polonia, il più grande campo di concentramento destinato a diventare il simbolo del genocidio nazifascista e trovarono e liberarono migliaia di prigionieri in condizioni disumane, tra cui  moltissimi bambini: tutti affamati, molti di loro usati per esperimenti medici e torturati con tecniche brutali quanto scrupolosi.

Si stima che i sopravvissuti allo sterminio e salvati dai sovietici quel giorno furono circa settemila: pochissimi, purtroppo, rispetto al numero di quelli che invece lì, in quello stesso luogo, trovarono la morte, un milione e centomila persone; numeri difficili da immaginare, forse persino impossibili da capire.

Ma chi e perché ha stabilito che alle scuole tocca organizzare lo studio, la riflessione, le iniziative, aperte persino all’esterno, alle famiglie, ad esempio?

È stato sempre il Parlamento italiano con la Legge 211/2000 che all’articolo 2 dice esplicitamente che per quella data “sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere”.

La Shoah, per capirci bene cari ragazzi, portò allo sterminio di circa 6 milioni di persone: cari ragazzi, 6 milioni corrispondono all’intera popolazione della nostra regione Campania e di quella della Basilicata!!!

Queste vittime innocenti perirono in tanti modi e luoghi: nei ghetti occupati dagli Ebrei, come quelli di Varsavia con 100.000 morti, e in quello di  Łódź con 45.000; negli eccidi di circa 1 milione e mezzo di persone in Polonia e nei territori dell’Unione Sovietica quando i nazisti tedeschi la occuparono, e nei campi di sterminio, luoghi dove furono condotti a morire da tutta Europa, compresa la Germania (Dakhau, vicino Monaco di Baviera, con 200 mila prigionieri), l’Austria (Mauthausen), l’Italia e la Jugoslavia.

Ma i principali furono costruiti in Polonia, collocati in luoghi nascosti o isolati, dove furono trucidati circa 3 milioni di persone, essenzialmente Ebrei, ma anche antinazisti, intellettuali, poveri, disabili, oppositori politici “irriducibili”, comunisti ed anarchici, testimoni di Geova, rom, omosessuali, criminali comuni: tutte “vite indegne”,  persone di tutte le classi sociali e provenienti da tutti quei paesi che la Germania nazista via via occupò durante la seconda guerra mondiale, giudicati pericolosi per la sicurezza del Reich.

Se volete aiutare la vostra memoria, dovete cercare di ricordare quelli più tristemente noti: Auschwitz-Birkenau, con 1.000.000 di morti; Treblinka, con 925.000 morti; Belzec con 435.000 morti; Chelmno con 156.000/172.000 morti; Sobibor, con 167.000 morti e Majdanek, con 60.000 morti.

Ed ora veniamo alle domande più importanti, che interessano e interrogano tutti, ancora oggi: perché i tedeschi hanno ucciso tutte queste persone, in particolare gli Ebrei? quali pensieri hanno potuto armare una simile violenza barbarica?

Miei cari ragazzi: i nazisti che nel 1933 hanno preso il potere in Germania con Hitler, avevano cercato e trovato il sostegno della gran parte della popolazione tedesca predicando la superiorità della razza, la loro e, quindi, l’inferiorità di tutte le altre, a partire dagli Ebrei e finire agli Arabi e ai neri!!

Quindi, alla base di tutto c’è una visione razzista dell’umanità: i tedeschi infatti, si ritenevano di razza superiore, perché puri discendenti dai popoli Ariani, la razza bianca, nordica costituita da uomini e donne alti, biondi, con gli occhi azzurri.

Dall’altro lato, invece, c’erano tutti i non Ariani, a partire dagli Ebrei, di razza Semita (si chiama anche antisemitismo la violenza dei fascisti e dei nazisti contro gli Ebrei!), di gran lunga la più impura, a cominciare dal fatto che essi venivano ritenuti responsabili dell’uccisione di Gesù (una scusa, questa, che rappresenta un’autentica stupidaggine!!).

In realtà, l’antisemitismo ancora oggi accusa gli ebrei di congiurare ai danni del resto dell’umanità, ed è spesso utilizzato per incolpare gli ebrei di uno o più problemi politici, sociali ed economici: cari ragazzi, in Germania c’erano ben 500 mila Ebrei che occupavano posti di rilievo nell’economia e nella finanza, e la cui ricchezza interessava molto ai nazisti.

Inoltre, creare un nemico comune serve molto per meglio avere il consenso e comandare!

Quando si parla di antisemitismo si pensa ad Hitler ed alla Germania nazista, che già nel 1933 cominciò a molestare tutti i negozi e le attività degli Ebrei; nessuno pensa all’Italia e a Mussolini: invece, il 5 settembre del 1938, prima della seconda Guerra mondiale, il governo Fascista di Mussolini aveva deciso alcuni Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola fascista; e il 7 settembre 1938 Provvedimenti nei confronti degli ebrei stranieri  a cui fa seguito il 6 ottobre 1938 una «dichiarazione sulla razza» emessa dal Gran Consiglio del Fascismo.

Con queste leggi si proclamava la superiorità della razza italiana, diretta discendente di quella Latina, dell’antica Roma: ma queste idee razziste non erano neppure nuove, essendo state già utilizzate con inaudita violenza in Africa, dapprima in Libia, dove, dopo la conquista da parte dell’Italia nel 1911, fu costruito un campo di concentramento dove furono rinchiusi 100 mila persone e ne morirono 40 mila, e poi in Etiopia e in Somalia proprio ad opera dei Fascisti.

Quindi, oltre che degli Ebrei, la SHOAH ci parla del razzismo in generale, che ancora oggi è una questione che ci riguarda, e che riguarderà le vostre vite: dal razzismo si passa alla violenza, la violenza chiama altra violenza e si finisce in delitti e guerre.

Per concludere, di sicuro vi avranno fatto leggere (altrimenti lo farete, anche da soli!) la poesia Se questo è un uomo, di Primo Levi: un ebreo italiano, deportato ad Auscwhitz che si salvò solo perché era un laureato in chimico, perciò utile ai nazisti.

Ebbene, nella sua tragica e bellissima poesia, egli dice: “considerate se questo è un uomoconsiderate se questa è una donna” [parlando degli internati dei campi di sterminio]” poi aggiunge: “meditate che questo è stato, vi comando queste parole; scolpitele nel vostro cuore”!

Ecco: Primo Levi ci ha detto di non smarrire la memoria di quello che è accaduto, perché la memoria non è una cosa scontata, va allenata e tenuta costantemente in considerazione nella nostra vita quotidiana, pena il rischio di perderla e ricadere così negli stessi errori del passato.

Quando gli anglo americani ed i sovietici liberarono i campi di sterminio, trovarono anche dei bambini; questi, crescendo, hanno testimoniato, raccontato, spiegato e aiutato altri a capire il dramma storico più atroce della storia recente.

I loro ricordi, i loro racconti della perdita dei loro cari, dei nonni, genitori fratelli e sorelle, hanno funzionato da diario vivente di una tragedia, di un genocidio: soltanto grazie a loro il ricordo dello sterminio si è potuto mantenere vivo!

La memoria serve a sentire le cose vicine, presenti, possibili, a questo serve.

Avere presenti nella propria mente eventi come la Shoah è utile ad essere consapevoli di un fatto tanto agghiacciante quanto realmente accaduto: quell’orrore potrebbe succedere di nuovo, e per evitare il ritorno della malattia autoritaria e nazifascista sotto nuove forme possiamo affidarci solo alla memoria per salvarci!

Cari ragazzi, se anche quest’anno, come ogni anno, partecipate alle commemorazioni della SHOAH, che si svolgono in tutto il mondo, è perché il razzismo è di nuovo tra di noi, e davanti al pericolo che una tragedia simile succeda di nuovo, è necessario che voi possiate riflettere e farne memoria, insieme a tutti gli altri.

In questa azione, infatti, dobbiamo essere tutti uniti, a prescindere da differenze di fede, di credenze politiche o di etnia.

Mi raccomando: non sprecate questa occasione!

Gerardo Vespucci

Silvia De Simone
Silvia De Simone
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