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L’origine delle canzoni di Natale

L’origine delle canzoni di Natale

Happy Christmas

Happy Xmas (War is Over), conosciuta da molti anche come “So this is Christmas”, è la più bella canzone di Natale che parla di uguaglianza e pace. Happy Xmas di John Lennon è una classica canzone di Natale, tra le più famose. Durante la guerra del Vietnam John Lennon cantò questa canzone. “Buon Natale, la guerra è finita”, disse. Era il 1971 e dopo un periodo devastante, come quello della guerra, il bisogno di tutti era semplicemente uno: stare in pace. Una pace fatta di tolleranza e non più di violenza e di razzismo. Il mondo aveva bisogno di tregua, soprattutto durante le feste natalizie, in cui si parlava di valori come l’unione e la tolleranza. Così, John Lennon, portavoce di questi valori, scrisse insieme a sua moglie Yoko Ono “Happy Xmas”, un vero e proprio inno all’uguaglianza e alla pace. Per tutti, davvero per tutti. Con “Happy Xmas” John Lennon, con lo sguardo di chi non sa vedere disuguaglianze nel mondo, manda un Buon Augurio di Natale a tutti, ai deboli e ai forti, ai ricchi e ai poveri. In un momento critico della nostra storia, in cui la Guerra Fredda spostava le pedine del nostro mondo. Un momento teso, in cui le macerie della Seconda guerra Mondiale, iniziavano un minimo ad essere rimesse a posto. Eppure la violenza e la discriminazione, continuavano ad esserci. E il mondo era stanco. John Lennon era stanco. “Per i neri, i bianchi, i gialli ed i rossi, smettiamola di combattere”. Basta sangue, basta scontri. Davanti al Natale, ci si ritrova a riflettere sulla nostra bontà, sulla nostra fede, sul nostro altruismo. Perciò, afferma Lennon, ripartiamo da questi per costruire un mondo migliore.

Jingle Bells

“Jingle bells” è una delle canzoni di Natale tradizionali degli Stati Uniti più famose nel mondo. Chiunque, almeno una volta nella vita, ha intonato o fischiettato l’allegro e inconfondibile motivetto. Ma forse non tutti sanno che il brano non è stato fin da subito legato al Natale: all’inizio aveva un significato completamente diverso. Solo in un secondo momento ha acquisito le caratteristiche che tutti conosciamo. Due sono le teorie più accreditate sulle origini della canzone: una sostiene che sia stata composta come canto per il Giorno del Ringraziamento, l’altra che sia nata addirittura come canto da taverna. Quello che sappiamo di certo sulle origini di “Jingle bells” è il nome del suo autore e compositore: James Pierpont. Questi la depositò il 16 settembre 1857 con il titolo “One horse open sleigh”. Solo due anni più tardi la registrò una seconda volta con il titolo “Jingle bells, or the one horse open sleigh”. Molti sono i dubbi, invece, sul luogo e le circostanze in cui la canzone fu composta. A Medford, in Massachusetts, cittadina situata appena a nord di Boston, una targa affissa all’esterno di un edificio commemora il luogo della nascita di “Jingle bells”, affermando che sia avvenuta nel 1850 all’interno di un locale, la Simpson Tavern. Secondo la Medford Historical Society, Pierpont sarebbe stato ispirato, per la composizione del testo, dalle popolari corse di slitte che durante il XIX secolo si svolgevano in città sulle rive del fiume Mystic. In origine, dunque, lungi dall’essere un brano da intonare in chiesa o durante le feste in famiglia, sarebbe, invece, nato per essere cantato nelle taverne a forza di brindisi e bevute. La cittadina di Medford era nota per la produzione di rum, che qui veniva consumato in grandi quantità, quindi il ritornello del pezzo sarebbe un inno a divertirsi bevendo rum durante le corse sulla neve. Un’altra versione della storia fa nascere “Jingle bells” a Savannah, in Georgia, dove James Pierpont visse alcuni anni, componendo canzoni e suonando l’organo nella chiesa dove suo fratello John Pierpont Jr era pastore. Alcuni studiosi pensano che James abbia scritto la canzone nel 1857 per il coro di bambini della chiesa e che essa sia stata suonata per la prima volta in occasione del Giorno del Ringraziamento di quell’anno. L’apprezzamento dei parrocchiani fu tale, che a grande richiesta venne eseguita nuovamente a Natale, diventando da quel momento in poi una delle canzoni natalizie per eccellenza. Tornando all’autore del brano, non si può dire che fosse esattamente uno stinco di santo. James Pierpont aveva lasciato la moglie per cercare fortuna nel West durante la corsa all’oro. Una volta morta la moglie, si era poi risposato, abbandonando i figli avuti dal precedente matrimonio e tagliando le relazioni con il padre, il reverendo John Pierpont, un pastore protestante, astemio e vicino ai movimenti abolizionisti, che si occupò dei nipoti. La canzone sarebbe, dunque, anche una sorta di scherno nei confronti del padre, per parlare di corse di slitte, bevute, sbornie e ragazze. I campanelli, veri protagonisti della canzone, sono diventati ormai emblematici dell’arrivo di Babbo Natale a bordo della sua slitta. Ma in origine indicavano semplicemente i sonagli che venivano utilizzati per abbellire i finimenti dei cavalli e che, allo stesso tempo, servivano per evitare collisioni agli incroci ciechi, dal momento che una slitta trainata da cavalli nella neve non fa quasi alcun rumore. Il ritmo del brano imita quindi il suono dei campanelli di un cavallo al trotto.

Tu scendi dalle Stelle

Credenti o meno, tutti conoscono il canto “Tu scendi dalle stelle”, forse il più famoso tra i brani di Natale. Oggi riadattato in centinaia di versione, la canzone composta da Sant’Alfonso Maria De Liguori ha una genesi che rimanda alla tradizione napoletana del presepe. Il sacerdote campano fu ispirato proprio dalle tante sacre rappresentazioni esposte nei vicoli del capoluogo campano già nei secoli scorsi. Anche per questo Sant’Alfonso è il primo a scrivere inni sacri usando il dialetto napoletano per far comprendere anche ai più poveri il messaggio e il senso cristiano del Natale, ovvero Dio che si fa uomo per salvare il mondo.

Secondo la tradizione, il brano “Tu scendi dalle stelle” deriva dalla “Pastorale” meglio conosciuta come “Quando nascette ninno”, risalente al dicembre del 1754. Originariamente il canto si chiamava “Per la nascita di Gesù”, nome con il quale venne pubblicato nel 1816.

Tuttavia, diversi studiosi non concordano con questa versione. Secondo padre Paolo Saturno, già docente di Storia della musica ed estetica musicale al conservatorio di Salerno “contrariamente a quanto si è sostenuto fino a oggi, il santo non è l’autore delle parole di ‘Quando nascette ninno’“.

In un’intervista rilasciata a “Credere”, il prete afferma che l’autore delle parole “della bella cantata natalizia in napoletano” sarebbe “il sacerdote Mattia del Piano che pubblicò il brano nel 1779 (quindi molti anni dopo Tu scendi dalle stelle, ndr), ispirandosi ai ‘concetti spirituali’ della produzione di sant’Alfonso e adattando la musica di Tu scendi dalle stelle. Solo la musica, quindi, si può attribuire a sant’Alfonso “. Il problema della paternità, ammette padre Paolo, “è un dibattito che prosegue da 200 anni”.

 

Astro del Ciel

 

Le parole di Astro del Ciel furono scritte da Joseph Mohr,un prete salisburghese, nel 1816. Due anni dopo la melodia fu scritta da Franz Xaver Gruber, che suonò alla vigilia di Natale. La musica fu composta durante la notte della Vigilia perché il mantice dell’organo della chiesa di San Nicola fu rosicchiato dai topi. Gruber suonò la melodia con la chitarra. La canzone è diventata tra le più celebri delle festività natalizie e è stata tradotta in più di 300 lingue e dialetti.

 

Lavoro svolto da: E.D.S., S.M., S.P., E.C., classe 2 sez. D

Silvia De Simone
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