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NATALE È…

NATALE È…

La classe quinta primaria di Teora vuole omaggiare il Santo Natale dando voce alla fantasia, ai valori che le nostre famiglie e la scuola ci hanno insegnato, alla speranza e al desiderio di riappropriarci pienamente della nostra vita.
Ci siamo fatti trasportare dalle nostre emozioni, dalle nostre idee, dal nostro modo di vedere il mondo e le abbiamo riportate provando a raccontarvi cos’è per noi il Natale.

IL MIRACOLO DEL NATALE
C’era una volta un medico di nome Fred, un uomo buono, grande e grosso che aveva un cuore generoso. Infatti, Fred oltre a fare il suo lavoro, ogni giorno donava un po’ di cibo ai poveri. Era la vigilia di Natale, anno 2020, un anno da dimenticare a causa del Coronavirus. Quel giorno Fred trovò un soldo per terra e decise di andare a prendere un dolce per la sua famiglia. Voleva far felice la moglie e i figli perché quell’anno li aveva visti davvero poco a causa dei turni faticosi. Proprio quando stava andando a comprarlo vide una bambina tutta sola che piangeva. Fred disse: “Perché piangi?” e la bambina rispose: “Perché i miei genitori stanno male e se non troverò qualcuno per curarli loro moriranno”. Fred vedendo tutta quella tristezza diede il soldo alla bambina e andò dai suoi genitori per curarli, rinunciando a passare il Natale con la sua famiglia.
Gesù dal paradiso vide la generosità di Fred e, per premiarlo, gli fece vincere un milione di Euro. Fred non poteva crederci ma sapeva che era stato il Signore.
Con quei soldi Fred costruì un ospedale per tutti i bisognosi e tutti furono felici compreso Fred e la sua famiglia. Fred sapeva che le cose materiali non erano importanti, la salute era la cosa più importante e continuò a dedicare la sua vita agli altri.

Babbo Natale ha preso il Covid!
Era il 15 dicembre e Babbo Natale era al lavoro con gli elfi.
Lo stesso giorno decise di andare a fare un giro.
Incontrò due sciatori con cui iniziò a chiacchierare.
Essi gli confessarono di aver visitato le montagne di tutto il mondo, pur essendo in un periodo di pandemia.
Quando Babbo Natale tornò nella sua casetta, iniziò a sentire un po’ di mal di gola e raffreddore.
Inizialmente non si preoccupò pensando fosse solo un colpo di freddo o un po’ di influenza.
Con il passare dei giorni la sua salute non migliorava allora, preoccupato, di aver preso il Covid – 19, decise di fare il tampone.
Quando uscì il risultato positivo Babbo Natale capì che i due sciatori lo avevano contagiato!
Gli elfi disperati cominciarono a lavorare di corsa per riuscire a terminare la fabbricazione dei regali.
Ma non sapevano come consegnarli a tutti i bambini del mondo senza l’aiuto di Babbo Natale.
I medici affermarono fosse impossibile che il Covid potesse passargli prima di Natale, le sue condizioni di salute erano gravi!
Nel frattempo lavorarono duramente insieme agli scienziati alla ricerca del vaccino anti Covid – 19.
Il 24 dicembre, Babbo Natale fece nuovamente il tampone…l’esito fu negativo!
Lo stesso giorno il vaccino arrivò in Lapponia rendendo tutti più felici e speranzosi.
Tutti gli elfi fecero il vaccino ed insieme a Babbo Natale iniziarono la distribuzione dei regali in tutto il mondo.
I bambini ricevettero i propri giocattoli e tutti vissero felici e contenti.

LA STORIA DI NATALE AI TEMPI DEL CORONAVIRUS
Era arrivato subito l’inverno con il freddo e la pioggia e le persone avevano cambiato il loro stile di vita a causa di un virus:il Coronavirus. Non potevano andare a fare acquisti per il Natale, potevano uscire per fare jogging, fare la spesa, andare dai congiunti, muoversi per motivi di salute, dovevano essere accompagnati dall’autocertificazione: una scheda da compilare per spostarsi. Le persone, nonostante ciò, si stavano preparando al meglio per la festa di Natale: abbellivano le case con gli addobbi natalizi, decoravano l’albero e costruivano il presepe, con la speranza che tutto si sarebbe risolto al più presto così da poter partecipare alla messa di Natale con tutta la famiglia. I bambini desideravano che Babbo Natale potesse passare, come tutti gli anni, per portar loro i doni tanto attesi. Le persone speranzose attendevano con inquietudine la notizia dell’arrivo di un vaccino e, una notte, una cometa a forma di coronavirus indicò la via verso l’ospedale più vicino per effettuarlo. Così tutte le persone si incamminarono, anche una coppia di giovani sposi: la ragazza aveva in grembo un bambino. I giovani partirono da Teora verso Ariano Irpino e, giunti all’ospedale, per la ragazza si compirono i giorni del parto. All’ingresso non li accettarono, perché l’ospedale era al completo, fu loro consigliato di andare ad Avellino. Ma anche lì era pieno. La coppia pensò di andare in un albergo, purtroppo questo era stato attrezzato per ” la funzione Covid”. Bussarono ad una casa ma il proprietario disse che non erano congiunti. Bussarono ad una seconda porta…fu loro detto che erano le 22:00! C’era il coprifuoco! Infine bussarono ad una terza porta, il proprietario disse loro che potevano sistemarsi in cantina in attesa della Guardia Medica. Finalmente a mezzanotte nacque il bimbo e lo chiamarono Natalino. Poco dopo arrivarono tre infermieri che prestarono cure mediche e portarono il vaccino così tutta la famiglia poté tornare nel proprio paese. La cosa più bella fu che questo bimbo era nato proprio il giorno di Natale.

IL REGALO DI JACK
Jack è un uomo di cinquantacinque anni che vive e lavora a Roma, presso l’ambasciata americana.
Fino a poco tempo fa,era un uomo molto avaro a cui piaceva molto condurre una vita spensierata e ricca di divertimenti.
Nel marzo 2020,però ,i genitori di Jack che vivevano a New York, a causa del Covid -19 ,perdono entrambi la vita.
Jack è figlio unico ,ed eredita un patrimonio che vale circa un miliardo di dollari.
Jack,riflette sulla sua vita e capisce che per ridarle un senso non doveva più pensare a stare bene solo lui.
Con i soldi che aveva ereditato,Jack finanzia la ricerca ed offre questa cifra ad un ospedale romano.
Finalmente ,nel mese di ottobre 2020, alcuni ricercatori di questo ospedale trovano il vaccino per combattere il coronavirus che viene sperimentato,in seguito, su varie persone.
Il vaccino è molto buono, così a Natale 2020, come regalo di Jack, viene somministrato a tutte le persone più fragili che vivono in Italia e a capodanno 2021 a tutto il resto degli italiani.

LO SPIRITO NATALIZIO
In un lontano paesino immerso nelle montagne quando il Natale si avvicinava tutti si preparano per festeggiare. Per le strade incontri gente gioiosa che canticchia melodie natalizie,i negozi sono addobbati e il Natale lo si sente anche nell’aria con i suoi odori che uscono da ogni casa perchè mamme e nonne si affrettano a preparare i dolci della tradizione.
Ma un anno ci fu un’epidemia! Si era portata via lo spirito natalizio: nessuno gioiva, i negozi non si vedevano addobbati e le strade erano vuote… L’epidemia aveva reso le persone tristi.
Il giorno prima del Natale scesero gli angeli sulla Terra, videro la tristezza della gente e quanto pregava per questa brutta malattia.
Gli angeli si accorsero di una brutta nuvola nera che sprigionava un virus. Si avvicinarono e cercarono di mandarla via ma questa nuvola non ascoltava. Allora gli angeli, per dissuaderla, iniziarono a intonare canti natalizi. Pian piano la nuvola iniziò ad allontanarsi fin quando non se ne andò via per sempre.
Questo paesino iniziò a risvegliarsi, i negozi furono addobbati di nuovo, le strade si ripopolarono, le case si riempirono di amici e parenti, tutti cantavano canzoni natalizie. Tutto ritornò come prima! Anche quell’anno il Natale fu salvo grazie al dono degli angeli. Gli uomini furono felici di festeggiare e riabbracciarsi.

Babbo Natale e lo scambio dei regali.
Era la notte della vigilia di Natale: tutti i bambini aspettavano con impazienza l’arrivo di Babbo Natale, con i regali tanto attesi. Marco, un bambino molto ricco che viveva in una casa grandissima, addobbata con mille luci, aveva richiesto un regalo prezioso: l’ultima versione della Nintendo Switch. Invece Carlo, un bambino molto più povero, aspettava nella sua umile casa, dei semplici burattini di legno, da poter utilizzare per il teatrino di Natale che aveva ideato con i suoi amici. Inoltre, Carlo desiderava ricevere da Babbo Natale anche una stella cometa, dalle mille luci scintillanti, che potesse illuminare la capanna di cartone del piccolo presepe, realizzato con i suoi più cari compagni. Babbo Natale partì dal Polo Nord con le sue renne e la slitta carica di regali per tutti i bambini del mondo. Dopo tante ore di cammino e milioni di consegne, Babbo Natale era molto affaticato e, alle prime luci dell’alba, scambiò i regali di Marco e Carlo sbagliando coì la consegna. La mattina di Natale alle 8:00 Marco e Carlo si buttarono giù dal letto e non trovarono i regali che avevano richiesto; con grande stupore, si chiedevano come mai Babbo Natale avesse sbagliato a consegnare i loro regali. Marco ebbe una reazione molto forte e violenta: non sapeva cosa avrebbe potuto fare con dei burattini e una grande stella cometa, disperato, cominciò a piangere e urlare. Carlo, invece, nonostante fosse dispiaciuto per non aver ricevuto i suoi amati burattini e la stella, non fece tutti i capricci di Marco. Le grida di quest’ultimo richiamarono l’attenzione del piccolo elfo, aiutante di Babbo Natale, che era stato mandato a controllare che tutte le consegne fossero state rispettate. Quando l’elfo si rese conto della disperazione di Marco, capì che Babbo Natale aveva sbagliato la consegna e lo avvisò subito. Babbo Natale controllò nella sua grande agenda e si accorse che il regalo di Marco era stato scambiato con quello di Carlo. Pe rimediare a questo clamoroso errore, Babbo Natale escogitò un piano: decise di inviare il piccolo elfo a casa di Marco e di portarlo a recuperare la sua Nintendo direttamente a casa di Carlo. Appena giunsero, Marco si precipitò a prendere il suo regalo e non vedeva l’ora di tornare a casa sua, nella sua bellissima cameretta, per poter provare e scoprire tutti i giochi che conteneva. Anche Carlo era molto felice di ricevere i suoi burattini e la stella luminosa e, preso dalla gioia, invitò Marco a seguirlo e raggiungere i suoi amichetti per dare inizio allo spettacolo di Natale. Bisognava anche sistemare la splendida stella sulla capanna. Marco non era molto convinto di seguirlo ma Carlo, con la sua allegria, gli prese la mano e lo portò a vedere il presepe. Quando arrivarono alla capanna, c’erano tanti bambini ad aspettarli; ognuno aveva portato delle statuine per il presepe, dei burattini per lo spettacolo, delle luci colorate. Marco rimase meravigliato dall’allegria dei bambini e dalla loro voglia di condividere i regali: nella loro povertà e con semplici giochi erano immensamente felici. La stella fu messa sulla capanna e la sua splendida luce rifletteva sui loro volti sereni. L’atmosfera era magica e accogliente: Marco capì che la magia del Natale non ha a che fare con regali preziosi o grandi addobbi e sfarzi, ma è la gioia di apprezzare le piccole cose e condividerle con gli altri. L’aspetto della condivisione delle piccole cose, dei semplici gesti di affetto e vicinanza tra le persone è fondamentale per il Santo Natale, che, per tradizione, è la festa della famiglia e dell’unione.

Un esempio di solidarietà
Il signor Antonio è un uomo di cinquant’anni che vive a Milano.
Antonio ha un ristorante,in centro città.
Nel marzo 2020, la madre di Antonio risulta positiva al covid-19 , si ammala gravemente e viene ricoverata nel reparto Covid, in terapia intensiva ,dell’0spedale San Raffaele.
Intanto Antonio,come tanti, a seguito del decreto del presidente del Consiglio dei Ministri è costretto a chiudere il suo locale e subisce gravi perdite economiche.
Nel mese di aprile,Antonio perde sua madre e ciò che lo ha fatto stare molto male è stata l’impossibilità di partecipare al funerale e alla sepoltura di sua madre.
Antonio in estate riapre il suo ristorante , nel rispetto di tutte le norme anti covid.
Ad inizio ottobre 2020,Antonio si ammala di covid e viene ricoverato presso l’ospedale San Gerardo di Milano in terapia intensiva.
Per una settimana Antonio lotta tra la vita e la morte.
In quei giorni è completamente solo, non può ricevere visite da parte di nessuno..
Antonio pensa a sua madre a cui non è riuscita a starle vicino,negli ultimi giorni della sua vita.
Antonio,nei giorni di ricovero ospedaliero, ripensa poi alla sua vita e si promette di cambiarla se riesce a guarire da questa brutta malattia.
Nel mese di novembre ad Antonio viene fatto il terzo tampone e finalmente l’esito è negativo.
Antonio è dunque completamente guarito: non ha più il coronavirus.
Nel mese di dicembre 2020, Antonio ha donato parte dei suoi risparmi alla ricerca dei vaccini,per sconfiggere la pandemia.
A Natale, Antonio, farà consegnare, a domicilio, il pranzo a tutte le persone che sono a casa da sole.
Inoltre ha deciso di far parte di un gruppo di volontari che consegnano farmaci e spesa alimentare, porta a porta, a tutte quelle persone che sono impossibilitate ad uscire da casa loro.
Questa di Antonio è una storia che ci fa capire che tutti possiamo donarci all’altro.

I ricordi di Augusto
Siamo nell’anno 2040, ed è il giorno di Natale.
Augusto è un uomo di trenta anni, felicemente sposato e padre di due bei bambini.
Augusto è il sindaco di Conza della Campania ed è una persona molto generosa, stimata da tanti.
Il giorno del Santo Natale, dopo pranzo, Augusto invita tutta la cittadinanza, presso il teatro comunale e proietta su un grande schermo le foto e i video che ha raccolto e che documentano quello che è successo nel 2020.
Augusto narra che il Natale del 2020 è stato diverso da tutti gli altri a causa di una grave pandemia che ha colpito tutti i paesi del mondo.
In quel Natale, dice Augusto, gli italiani sono stati costretti tutti a stare chiusi in casa e consumare il pranzo con massimo sei persone.
Inoltre, racconta ancora il sindaco ai suoi concittadini, non si poteva recarsi in un altro comune, andare a cinema e a teatro, trascorrere le vacanze natalizie in montagna, perché era molto alto il rischio di contagio.
Molte persone a causa di un virus chiamato Covid-19, nel 2020, avevano perso la vita.
A dicembre 2020 nessuno, in Italia, informa Augusto, era stato vaccinato, perciò era assolutamente necessario evitare ogni forma di assembramento.
Poi, Augusto si commuove poiché vede proiettate sul grande schermo le foto di suo nonno, che nel 2020 era stato male e ricoverato in ospedale.
Il primo cittadino rassicura subito i suoi compaesani perché suo nonno si era ripreso ed era riuscito a tornare a casa.
Il ricordo più bello, di quel brutto anno, afferma Augusto, è stato proprio il Natale 2020 perché lo aveva potuto trascorrere insieme alle persone a lui più care.

A Natale puoi (testo canzone)
Fare quello che non puoi fare mai
Riprendere a giocare
Riprendere a sognare
Riprendere quel tempo
Che rincorrevi tanto
È Natale e a Natale si può fare di più
È Natale e a Natale si può amare di più
È Natale e a Natale si può fare di più
Per noi
A Natale puoi
A Natale puoi
Dire ciò che non riesci a dire mai
Che bello è stare insieme
Che sembra di volare
Che voglia di gridare
Quanto ti voglio bene
È Natale e a Natale si può fare di più
È Natale e a Natale si può amare di più
È Natale e a Natale si può fare di più
Per noi
A Natale puoi
È Natale e a Natale si può amare di più
È Natale e a Natale si può fare di più
Per noi
A Natale puoi
Luce blu
C’è qualcosa dentro l’anima che brilla di più
È la voglia che hai d’amore
Che non c’è solo a Natale
Che ogni giorno crescerà
Se lo vuoi
A Natale puoi
È Natale e a Natale si può fare di più
È Natale e a Natale si può amare di più
È Natale e a Natale si può fare di più
È Natale ed a Natale puoi fidarti di più
A Natale puoi
Puoi fidarti di più
A Natale puoi

Purtroppo, il Natale di quest’anno 2020 che ci prepariamo a trascorrere, sarà diverso, particolare e molto difficile a causa delle restrizioni che tutti noi dovremmo rispettare per evitare il contagio dal Covid 19 che ha causato milioni di vittime in tutto il mondo. Mantenere le distanze, vietare gli abbracci e lo scambio degli auguri nelle famiglie e con gli amici, così come limitare il numero dei familiari per il pranzo di Natale evitando gli spostamenti tra Comuni, ci colpisce profondamente nell’intimo e ci fa sentire il peso della solitudine poichè il senso del Natale è la vicinanza e il calore dei legami affettivi, siano essi familiari o di altra natura. Tuttavia non dobbiamo abbatterci e, soprattutto, dobbiamo cercare di mantenere viva la tradizione, nonostante tutte le limitazioni, con la consapevolezza che la vera gioia del Natale consiste, essenzialmente, nell’accogliere, con umiltà, la venuta di Gesù Bambino nei nostri cuori, il vero Salvatore del mondo che porta nelle nostre case pace e serenità.

Carla Capponi
Carla Capponi
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