728 x 90

“Ogni uomo è testimone del suo tempo”

“Ogni uomo è testimone del suo tempo”

Ogni uomo è testimone del suo tempo, ne è un esempio Giovanni Palatucci.

 

Egli, come tutti gli uomini vissuti durante il periodo bellico, è  testimone diretto della persecuzione degli ebrei.

Giovanni Palatucci nacque nel 1909 a Montella (AV), un verde paese incastonato tra i monti dell’Irpinia. La sua era una  famiglia di devoti cattolici, infatti due suoi zii erano francescani ed un altro, Giuseppe Maria, divenne vescovo di Campagna, paesino della provincia di Salerno. Sua nonna, Carmela,  era una “terziaria francescana, pia e caritatevole e da lui stesso definita -la nostra santina –”.

 

 

Suo cugino Ferdinando era un membro della cerchia ecclesiastica e fu nominato Arcivescovo.

Il  19 dicembre 1915 all’età di soli sei anni, Giovanni Palatucci venne insignito della veste di confrate della confraternita di Maria SS Delle Grazie di Montella e  per tutta la sua vita si ispiró alla fede cristiana.

Conseguita la laurea in Giurisprudenza, lasciò il suo paese natale e contro il parere dei genitori, si arruolò come volontario nell’esercito per poi diventare, prima funzionario di Polizia a Genova e poi responsabile dell’Ufficio stranieri della Questura di Fiume.

 

Durante il suo  mandato, favorì la fuga   di molte persone, rilasciando documenti, visti di transito e passaporti falsi. Salvò la vita a molti ebrei, grazie anche all’aiuto dello zio Giuseppe Maria, divenuto suo importante collaboratore. Molti furono i perseguitati  che vennero inviati a Campagna, dove era stato allestito un campo per internati, collocato all’interno della curia dello zio.

Palatucci, in seguito ai sospetti  della polizia tedesca, venne arrestato dalla Gestapo (polizia nazista)  con l’accusa di collaborazione con il nemico ( Alleanza) e il 22 ottobre 1944 venne trasferito nel campo di concentramento di Dachau, non poco distante da Monaco di Baviera e gli fu assegnato il numero matricola 117826.  Stremato dai maltrattamenti e denutrito, morì dopo 112 giorni di prigionia.

 

Un  episodio ha toccato in modo particolare la mia sensibilità: quando  aiutò una giovane ebrea di nome Mika Heisler e sua madre a scappare verso i confini della Svizzera. Dalla testimonianza si evince che inutili furono i tentativi della ragazza di convincere Giovanni a seguirla e porsi in salvo. Rinunció alla salvezza personale per non abbandonare altri infelici che avevano ancora bisogno del suo aiuto.

Approfondendo la mia ricerca, ho potuto constatare come Palatucci, fino alla fine, sia stato un “combattente”, come mi piace chiamarlo, morendo tra gli ebrei, vittime innocenti e  “fratelli maggiori” ( come disse papa Giovanni Paolo II) .

Per le sue imprese eroiche  è stato nominato “Giusto tra le nazioni”, insieme ad altri 417 italiani. Pur rischiando la propria vita, riuscì a compiere gesta straordinarie, utilizzando le sue qualità tattiche ma mettendo il cuore  in tutte le sue azioni.  Salvare la vita dei perseguitati aveva la precedenza su tutto, anche a costo della sua stessa vita.

Mi piace citare una poesia di Ennio Di Francesco, un funzionario della Polizia di Stato che ricorda il giovane “eroe” con questi versi:

“A Dachau oggi

è scritto il suo nome

eterno sulla roccia

ferita di civiltà:

Giovanni Palatucci

ultimo Questore di Fiume italiana”

Come recita un passo del Talmud, libro sacro degli ebrei, “Chiunque salva una vita, salva il mondo intero”.

Giovanni Palatucci, a mio parere, è degno di lode ed a distanza di molti anni, non vanno dimenticate le sue gesta esemplari. Grazie al suo sacrificio, tanti sopravvissuti hanno potuto testimoniare le barbarie subite e come l’uomo possa essere stato il peggiore persecutore dei propri simili.

“ Mai più guerre, mai più barbarie!” affinché i martiri dei conflitti passati possano essere stati gli ultimi e che la nostra generazione  possa godere dei frutti del loro sacrificio: la pace e l’uguaglianza tra i popoli.

 

Lavoro di: M.V., classe 3 sez. B

Silvia De Simone
Silvia De Simone
ADMINISTRATOR
PROFILO

Articoli Correlati

Lascia un commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati con *