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Testimonianza di Luigi D’Angelis

Testimonianza di Luigi D’Angelis

Domenica 23 novembre 1980 era insolitamente una giornata soleggiata, quasi primaverile, tanto che trascorsi il pomeriggio a giocare a calcio con i miei amici con una maglietta a maniche corte. Quella giornata luminosa e piacevole, fino alle 19:30, la ricordo come se fosse l’altro ieri e mai avrei immaginato quello che sarebbe accaduto dopo quell’ora fatidica. Ero rientrato a casa nel tardo pomeriggio accaldato e un po’ affaticato dopo la partita che mi aveva premiato con un gol. Avevo compiuto 15 anni due giorni prima e la mia grande passione per il calcio mi trattenne a casa, quella sera, perché su Rai 1 trasmettevano la sintesi della partita di calcio JUVENTUS-INTER. Aspettavo il gol dell’INTER seduto con il gomito poggiato sul tavolo del soggiorno. Mia madre era in cucina, mia sorella sul divano e mio padre nelle vicinanze. Improvvisamente la tranquilla serata fu interrotta prima da un boato con una forte scossa ondulatoria, poi da una seconda sussultoria, più potente, che sembrò non terminasse mai. Io e mia madre ci precipitammo verso l’uscio di casa mentre mia sorella rimase freddamente seduta. La provvidenza o solo la fortuna volle che non uscissimo oltre la soglia di casa altrimenti saremmo stati sepolti dall’attiguo edificio che, ricordo chiaramente, si sbriciolò davanti ai nostri occhi coprendoci di spavento e polvere. Mio padre arrivò di corsa e tutta la famiglia si radunò superando le macerie che erano arrivate a pochi passi dall’ingresso di casa dirigendoci verso un luogo sicuro. Lì ritrovammo spontaneamente raggruppate molte persone del quartiere. Ricordo con grande impressione la notizia che ci venne da un ragazzo (Franco) che ci informò del crollo della chiesa madre. Tutti ci guardammo negli occhi ringraziando Dio perché qualche minuto prima del terremoto si era tenuta la consueta messa domenicale e pensammo a quante vittime sarebbero potute esserci state se la terribile scossa fosse arrivata qualche minuto prima! La potenza devastatrice del sisma fece andare via la luce tuttavia una luna raramente così piena e luminosa ci consentì di muoverci nel buio. Quella notte dormimmo in macchina e le notizie della radio ci fecero capire drammaticamente la dimensione del disastro e le centinaia di vittime in tutta l’estesissima area interessata. Seguirono giorni difficili e freddi perché arrivò presto la neve. Solo dopo qualche giorno arrivarono i primi soccorsi e le tende, poi le roulottes che ci ospitarono per lunghi mesi. Eravamo consapevoli che i pochi feriti e nessuna vittima, nonostante il crollo di oltre metà del paese, avevano fatto di Cairano un Comune graziato rispetto a tanti altri anche molto vicini, come Conza, che contarono centinaia di morti. 

Luigi D’Angelis (padre di S., alunna di 1D_sec.primo grado Lioni)

Viviana Miele
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