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RIGOBERTA MENCHU’

RIGOBERTA MENCHU’

Esponente del movimento di liberazione degli Indios del Guatemala, nata a San Miguel de Uspantán, Quiché, nel 1959, proveniente da una famiglia contadina dell’etnia Quiché, all’età di cinque anni cominciò a lavorare come bracciante agricola e nel 1973 come domestica. Dalla seconda metà degli anni settanta partecipò attivamente all’organizzazione e all’autodifesa della propria comunità, sottoposta sia ai tentativi di espropriazione della terra da parte dei grandi proprietarî terrieri, sia alla repressione militare delle forze governative. Nel Comitato di Unità Contadina (CUC) dal 1979, divenne presto un’importante dirigente. Dopo gli omicidî del fratello (sett. 1979), del padre (genn. 1980) e della madre (apr. 1980) da parte dell’esercito, si rifugiò in Messico (1981) e aderì al gruppo di Cristiani rivoluzionarî Vicente Menchú, intitolato alla memoria del padre.

Dall’esilio si è adoperata per il riconoscimento internazionale della causa degli Indios del Guatemala e nel 1983 ha pubblicato la sua autobiografia Moi, Rigoberta (trad. it. 1987), raggiungendo così un’estesa notorietà. Dal 1982 partecipò nelle sessioni annuali della Sottocommissione di Prevenzione delle Discriminazioni e Protezione delle Minoranze della commissione per i Diritti Umani dell’ONU. Nel 1991 divenne ambasciatrice dell’ONU e prese parte alla stesura da parte delle Nazioni Unite di una dichiarazione dei diritti dei popoli indigeni. Dopo un po’ di tempo Rigoberta Menchú è ritornata in Messico per lavorare al cambiamento del suo paese. Ha ricevuto nel 1992 il Premio Nobel per la pace, datole “in riconoscimento dei suoi sforzi per la giustizia sociale e la riconciliazione etno-culturale basata sul rispetto per i diritti delle popolazioni indigene”.

La sua candidatura al premio Nobel è stata fortemente appoggiata da un comitato promotore italiano, che raccolse l’adesione di 131 parlamentari 151 docenti universitari, 5 parlamentari europei, del Senato accademico e del Consiglio di Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Torino..

La Città di Torino ha conferito la cittadinanza onoraria a Rigoberta Menchú Tum il 17 giugno 1992. La Città ha siglato un accordo di gemellaggio con la città di Quetzaltenango, governata, per la prima volta nella storia del Paese, da un sindaco di origine Maya. Nello stesso anno le è stata conferita la cittadinanza onoraria da parte della Città di Firenze, Villaverla e L’Aquila, il 15 novembre 2001 le è stata conferita dalla Città di Ivrea, il 20 novembre 2001 le è stata conferita dal comune di Bellaria-Igea Marina e nel 2002 dal comune di Caorle.

Nel 1996 Papa Giovanni Paolo II si rifiutò di incontrarla durante il suo viaggio in Guatemala per non legittimare la sua battaglia a favore delle minoranze, nonostante il portavoce del pontefice  avesse riferito di un loro colloquio riportando anche parte della conversazione. La notizia dell’incontro fu poi smentita successivamente..

Nel 1999 ha inoltre cercato di far processare in un tribunale spagnolo l’ex dittatore militare Efrain Rios Montt, per crimini commessi contro cittadini spagnoli; tali tentativi sono  rimasti comunque senza esito. In aggiunta alla morte di cittadini spagnoli, le accuse più gravi comprendono il genocidio contro la popolazione Maya del Guatemala.

Si è candidata alla carica di Presidente della Repubblica sia in occasione delle elezioni del 2007, in cui ha ottenuto, col sostegno della formazione Incontro per il Guatemala, il 3,1% dei voti, sia in quelle del 2011, quando, sostenuta da una coalizione di sinistra, ottenne il 3,2%.

Nel 2003 esce il libro “Il vaso di miele. La storia del mondo in una favola Maya” , nel 2004 “L’eredità segreta” e nel 2009 “I maya e il mondo”.

Ricerca realizzata dal gruppo scolastico 1A: E. G., I.C., D.D.C., C.D.F.

 

Silvia De Simone
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