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GIOVANNI PALATUCCI: la forza del coraggio

GIOVANNI PALATUCCI: la forza del coraggio

Giovanni Palatucci è stato un poliziotto e vice commissario aggiunto di pubblica sicurezza, che è vissuto nel pieno del periodo nazista, e che ha dato la sua vita per salvare migliaia di persone dalle mani tedesche.

Egli nacque a Montella, un paese in provincia di Avellino, nel Maggio del 1909. Nel corso della sua adolescenza , frequentò il ginnasio “Dioniso Pascucci” ed il liceo classico “Pietro Giannone”. Nel 1928 conseguì la maturità , e subito dopo , nel 1930 , svolse il servizio militare a Moncalieri come allievo ufficiale di complemento. Nel 1932 si laureò in giurisprudenza ; nel 1936 giurò come volontario vice commissario di pubblica sicurezza ; nel 1937 venne trasferito nelle questure di Fiume come questore reggente dove potette conoscere la crudeltà e l’impatto che le leggi razziali ebbero su tutta la popolazione ebraica.

Vide la paura, la tristezza , la voglia di morire, negli occhi dei molteplici ebrei che vedeva ogni giorno. Egli, cercò di fare ciò che la sua posizione gli permetteva; creò delle reti di amici che gli permettevano di sviluppare una strada che avrebbe salvato la vita di migliaia di ebrei. Lui era contento , era contento di fare del bene a delle semplici persone. In cambio si prese tutto il riconoscimento che gli diedero i benefattori.

Un calcolo approssimato, svela che il magnifico Palatucci , ha salvato la vita di circa 5000 persone , durante la sua permanenza a Fiume. Nel 1943 , Fiume entrò a far parte della ZONA D’OPERAZIONE DEL LITORALE ADRIATICO, e quindi controllata direttamente dalle truppe tedesche e dal capitano delle SS Hoepener. Pur conoscendo il pericolo che correva , decise di rimanere al suo posto. Successivamente , il console svizzero di Trieste, un suo amico, gli offrì un passaggio più sicuro in Svizzera . Palatucci accettò ed al suo posto, a Fiume , mandò una sua amica ebrea che per problemi personali fu costretta ad abbandonare il proprio paese per rifugiarsi a Fiume. Una volta in Svizzera, per contrastare ulteriormente l’azione del comando tedesco, Palatucci vietò il rilascio di certificati alle autorità naziste se non di esplicita autorizzazione , così da poter avere in anticipo le notizie dei rastrellamenti. Inoltre inviava relazioni sociali al governo , le limitazioni nello svolgere le proprie attività ed il disarmo dei poliziotti italiani da parte dei tedeschi.

Egli si preoccupò di far diventare Fiume uno stato libero , e di non correre il rischio di farlo cedere alla Jugoslavia. Per inseguire questo “sogno” , nel 1944 fu arrestato per l’accusa formale di cospirazione e intelligenza con il nemico , in seguito a  ” rinvenimento di un piano relativo alla sistemazione di Fiume ad una città indipendente”. Dopo l’arresto fu trasferito nel carcere di Trieste. Il 22 ottobre venne trasferito nel campo di lavoro forzato di Dachau, dove morì a 36 anni , due mesi prima della liberazione.

Questo è stato Giovanni Palatucci , un uomo che si è trovato davanti ad una scelta difficile , a cui ha donato la sua meravigliosa vita . Ha compiuto gesti magnifici e brillanti , che lo hanno fatto ricordare con grande onore, anche con il passare degli anni. E’ un uomo da cui prendere esempio: un uomo coraggioso , forte , e soprattutto da un animo molto buono. Io , ragazzina di 13 anni, da questa storia riesco a ricavare molto; la forza di essere coraggiosa davanti a qualunque ostacolo, come Palatucci ci ha mostrato nelle sue “avventure”. Riesco a ricavare l’amore verso il prossimo, ma soprattutto la forza di non abbattersi mai. Io son fiera di essere italiana e di essere portatrice di nomi così importanti per tutta l’ umanità.

classe 3 sez. C

Silvia De Simone
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