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Intervista a Natale Nastro

Intervista a Natale Nastro

Il seguente racconto parte da un’intervista, fino ad arrivare ad un flashback del protagonista che racconta, attimo per attimo, senza escludere nessun particolare, i momenti attorno alla tragedia del terremoto dell’80 in Irpinia.

 

L’intervista inizia con il giornalista che va in giro per il paese di Lioni, chiedendo alla gente di raccontargli di quel 23 novembre 1980.

Giornalista: Scusi signore, vorrebbe raccontarmi qualcosa del terremoto?

Signore: Nooo! Mi creda, è meglio dimenticare quegli orrori che ho vissuto sulla mia pelle.

Giornalista: Va bene, scusi. E lei signora, vorrebbe espormi qualche attimo di quel giorno?

Signora: Ma perché lei vuole farci tornare in mente qualcosa che non ci ha fatto dormire per mesi?

 

(Il giornalista si sente un po’ in colpa e decide di allontanarsi. Più tardi, si ferma in un bar per ordinare qualcosa ed è lì che lo incontra…)

 

Natale Nastro: Scusi, il bar è pieno, posso sedermi al suo tavolo?

Giornalista: Certo.

Natale Nastro: Lei non è di qua, vero? Non l’ho mai vista.

Giornalista: Ha ragione, io sono di Pavia e sono qui per un servizio per “Il Mattino” sul terremoto dell’80. Ma nessuno sembra voler ricordare quei minuti.

Natale Nastro: Io li capisco, chiunque dopo aver vissuto qualcosa di simile, vorrebbe dimenticare quei minuti, ma io potrei raccontarle qualcosa.

Giornalista: Ok…

 

(Il giornalista prende il registratore vocale e lo attiva)

 

Giornalista: Inizi a raccontare.

Natale Nastro: Ok:

“Il 23 novembre era un giorno normalissimo come tanti altri, era domenica e, come tutte le mattine andammo a messa e svolgemmo tutte le nostre attività fino alla sera.

Io ricordo che la sera c’era la partita che non si sarebbe più tolta dalla mente degli irpini: Inter – Juventus.

Io e mio padre, gli sportivi di casa, l’avevamo attesa tanto e quel giorno avevamo in programma di vederla dai miei cugini, quindi corremmo subito a casa, in tempo per vederla. Cenammo velocemente e ci mettemmo sul divano giallo, tranne mio padre che si sedette sulla poltrona rossa

Mancava poco e, noi, ignari di quello che di lì a poco sarebbe accaduto, accendemmo la televisione.

Dopo un po’ di tempo la terra incominciò a tremare e noi, spaventati, ci mettemmo a correre di là e di qua per tutta la casa. Decidemmo dopo qualche secondo di uscire fuori di casa, mia madre prese me e le mie due sorelle per la mano e ci fece scendere dalle scale facendoci appoggiare alla ringhiera. Come può vedere, all’epoca non sapevamo come comportarci in caso di sisma, mentre ora nelle scuole si fanno sempre delle prove. Pensi che mia madre era così spaventata che ci tirò con tutta la forza che aveva, infatti il braccio mi fa ancora male!

Il fatto che più mi è rimasto nella mente è quando la casa è crollata. Ricordo che noi stavano per aprire il portone e la casa è caduta e lì, tutto divenne nero…

Mi risvegliai non so quanto tempo dopo e tutto era buio, capii subito che mi trovavo sotto le macerie e avevo molto sonno, ma non mi addormentavo, perché un film che avevo visto anni prima mi aveva insegnato che il sonno poteva essere uno stimolo alla morte e quindi resistevo più che potevo. Aspettai tantissimo tempo: fu un massacro, ma non mi diedi per vinto e decisi di passare il tempo ripensando alle storie che mi raccontava mia madre come favole o leggende, oppure ripassavo nella mente gli argomenti studiati a scuola. E’ incredibile: gli argomenti che mi annoiavano o che non volevo studiare erano quelli che mi tenevano letteralmente in vita!

Dopo credo un paio d’ore, decisi di uscire da solo, perché il sonno stava per vincere e io non volevo morire, non così giovane! Quindi, iniziai a togliere le macerie e solo dopo qualche minuto riuscii a scorgere un raggio di Sole: questo mi faceva capire che era ormai giorno.

Quando riuscii finalmente ad uscire, tutto il paese di Lioni era vuoto, immerso in un silenzio innaturale, perché un paesino è fatto di mercati e di gente che chiacchiera, non di questo.

Percorrendo le stradine, m’accorsi della casa dei miei cugini che era tutta distrutta, poi arrivai alla chiesa del paese e vidi, sul muro del campanile mezzo rotto, una crepa lunga e profonda e la toccai. Mentre accarezzavo il muro, mi girai intorno e vidi tutto il paese ridotto a un cumulo di macerie, inoltre, essendo novembre, faceva freddissimo e camminando, trovai un telo verde e lo presi.

Vagavo da solo e, all’improvviso, m’accorsi che stava scendendo dal cielo un elicottero che, prima di allora, avevo visto solo nei libri. Quando il mezzo scese, un carabiniere s’avvicinò e mi portò nell’elicottero. Dentro di esso c’era un tale vecchiotto, con una pipa e io m’accorsi di averlo già visto in TV, ma non mi tornava in mente chi potesse essere; comunque, lui s’avvicinò e mi disse:

  • “Figliuolo, tu sei superstite di un cataclisma orribile e credimi quando ti dico che questo ti renderà più forte e inoltre, un giorno, potrai essere un esempio per le generazioni future in campo di sicurezza. Adesso ragazzi – rivolgendosi ai soccorritori – portatelo dentro, se solo penso a quello che può aver provato mi vengono i brividi.”

A  me  venne naturale chiedere dove fosse la mia famiglia e l’ ”anziano” mi rispose che avrebbero fatto delle ricerche proprio in quel momento.

Deve sapere che della mia famiglia rimasero vivi solo mia madre e mia sorella, l’altra sorella e mio padre morirono, nonché tutti i miei cugini e i miei due zii. In seguito, ci trasferimmo in Svizzera da dei parenti, a Zurigo, dove attualmente vivo. Oggi mi trovavo a Lioni perché ogni anno vengo qui per commemorare i miei parenti defunti.”

Giornalista: …. io davvero non potevo immaginare….

Natale Nastro: Pensi che non dormii per circa 3 mesi, e dovetti andare dallo psicologo tanto fu alto il trauma. Ecco perché è fondamentale esercitarsi nelle prove antisismiche, perché in futuro, ti potrebbero salvare la vita.

Giornalista: Grazie mille signore, la sua testimonianza sarà utilissima per i giovani.

Natale Nastro: Grazie a voi.

 

 

R.I., classe 3 sez. A

1 commento
Viviana Miele
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1 Commento

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    Fatima Lambiase
    23 Novembre 2020, 19:25

    Sulla scia dei ricordi…..
    Lodevole iniziativa dell’IC di Lioni: indirizziamo i nostri giovani studenti alla scrittura e alla lettura ,forniamo loro gli strumenti per dare forma ai pensieri.

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