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La Shoah , i campi di sterminio e i campi di concentramento

La Shoah , i campi di sterminio e i campi di concentramento

Il termine Shoah, significa “desolazione, catastrofe, disastro “e venne usato per la prima volta nel 1940 dalla comunità ebraica in Palestina, in riferimento all’uccisione degli ebrei polacchi. Da allora definisce nella sua interezza il genocidio della popolazione ebraica d’Europa. La Shoah si celebra il 27 gennaio, appunto definito “Giorno della Memoria”  perché in quel giorno del 1945 le truppe dell’armata liberarono il campo di concentramento di Auschwitz.

Il campo di sterminio   è un campo il cui scopo unico o principale è quello di uccidere i prigionieri che vi giungono. Questi centri di annientamento furono creati dalla Germania nazista durante la seconda guerra mondiale per attivare la cosiddetta soluzione finale del problema ebraico, che consisteva nell’uccisione di tutti gli ebrei d’Europa compresi nella sfera d’influenza politico-militare del Terzo Reich .

Creati sulla base di un complesso ed efficiente programma organizzativo, i campi di sterminio nazisti causarono la morte di circa sei milioni di ebrei e costituiscono l’unico caso nella storia di struttura detentiva studiata appositamente, secondo tecniche scientifiche e pianificazione di tipo industriale, per distruggere un’intera popolazione sulla base di concezioni ideologico-razziali. L’attività di annientamento dei campi di sterminio rappresentò la fase culminante e più tragica della Shoah.

L’uso dell’espressione “campo di sterminio” per descrivere realtà differenti dai centri di sterminio nazisti della “soluzione finale”, è materia di dibattito e non trova ampia diffusione nella storiografia.

Il campo di concentramento è una struttura carceraria all’aperto adatta alla detenzione   di civili e/o militari. Si tratta solitamente di una struttura provvisoria, adatta a detenere grandi quantità di persone, in genere prigionieri di guerra, destinati a essere scambiati o rilasciati alla fine del conflitto.

Comunemente è formato dalle baracche o container   disposti ordinatamente, contenenti dormitori, refettori, uffici e analoghe costruzioni necessarie alla reclusione dei prigionieri, e circondate da reticolati di filo spinato o altri tipi di barriere. Il perimetro del campo è sorvegliato da ronde di guardie armate.

I metodi e le finalità di sistematica eliminazione dei prigionieri, attuati in queste strutture nel  XIX  secolo  nella guerra di secessione americana  da ambedue le parti in conflitto, e nel XX secolo , soprattutto da parte degli inglesi   durante la seconda guerra boera ,  nella Germania nazista  e nell’ Unione Sovietica negli anni intorno alla  seconda guerra mondiale, hanno fatto sì che nel linguaggio comune campo di concentramento sia spesso assimilato a campo di sterminio, che ne è invece un sottotipo anomalo.

Il trattamento di prigionieri civili e militari nei campi di internamento in tempo di guerra è regolato dalla III e IV Convenzione di Ginevra del 12 agosto 1949. I campi d’internamento sono tuttora usati da unità politiche in guerra, regimi illiberali o come soluzione estrema nella regolazione dei flussi migratori verso alcuni paesi.

 

Fatto da: M. S., M. S., I. R., C. M. e F. P., classe II sez. B

Silvia De Simone
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