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La tradizione del “ceppone”

La tradizione del “ceppone”

Quest’anno vivremo un Natale diverso perché non è consentito vedere amici e parenti a causa del Covid. Questa situazione ci porta tristezza. Le varie restrizioni che sono state poste dal governo  limitano non solo la libertà di movimento e di incontro con le persone, ma determinano anche l’impossibilità di scambiarsi gli auguri con gli amici e di condividere il pranzo natalizio insieme alle persone care. A Lioni è stata creata da tempo un’associazione, la Caritas, che punta a dare sostegno alle famiglie meno fortunate.

Rivisitare insieme i riti e le usanze delle nostre comunità è un modo per rendere la prossima festività natalizia meno triste e malinconica.

Accendere il fuoco la sera dell’ 8 dicembre è  una tradizione che a Lioni si perde nella notte dei tempi, un rituale di matrice cristiana che con il tempo si è trasformata in un vero e proprio festival con il nome di “riti di fuoco”.

La tradizione del ceppone consiste invece nel prendere un grosso ceppo d’albero che viene acceso e lasciato ardere tutta la notte e da generazioni in Irpinia, nei mesi precedenti, si va alla ricerca di questi grossi ceppi per preparare imponenti falò da accendere e far ardere durante la magica notte della vigilia di Natale.

Il Natale è infatti, per le comunità locali, anche l’occasione per rinnovare usanze e tradizioni che hanno profonde radici in antiche manifestazioni culturali.

Alla Vigilia di Natale, tutti i membri delle famiglie non mangiavano carne e da giorni tutti erano impegnati nella raccolta dei suddetti grossi ceppi. A Natale, nel pomeriggio, nei piazzali e nei rioni veniva preparato un grosso tronco di quercia o di olmo, il cosiddetto ceppone. Prima che questo venisse bruciato si dovevano fare delle preghiere con tutta la famiglia e solo dopo  il  grosso ceppo veniva accostato al focolare e si accendeva il fuoco. Questo doveva essere davvero molto grande per poter durare fino all’ultimo dell’anno.

I falò dell’Immacolata sono nel tempo diventati espressioni artistiche attirando anche l’attenzione dei turisti. Fino all’anno scorso, infatti, Lioni ha registrato oltre 10 mila presenze.

Purtroppo in questi giorni si manifesta la nostalgia in memoria degli anni passati, in cui di questi tempi, si sarebbero svolte tante attività. È fondamentale infondere speranza nell’attesa che arrivino momenti sereni e di condivisione.

G.S.- A.S.-S.N.- classe 1 sez. A -plesso di Lioni-

Silvia De Simone
Silvia De Simone
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