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La vittoria del bene sul male tra passato e presente

La vittoria del bene sul male tra passato e presente

Anno 2020

Anno 2021

Anno 2022…..

Sono gli anni della pandemia del virus, dei divieti, della Dad,  termini che sono sulla bocca di tutti e che mai prima erano stati usati, se non in casi molto particolari. Misure restrittive hanno costretto le persone e soprattutto noi ragazzi a restare a casa anche durante le lezioni scolastiche. Mai avremmo pensato di amare tanto la scuola come in questi anni!

In una di queste lezioni abbiamo approfondito la figura di Giovanni Palatucci, un irpino nato a Montella, il 31 maggio del 1909.

Palatucci studiò e completò gli studi in giurisprudenza e fu nominato Commissario di pubblica sicurezza presso la questura di Fiume dal 1937 al 1944.

Visse in un periodo in cui “un virus” micidiale (come il nostro di oggi) viaggiava per il mondo e faceva migliaia di vittime, questo virus prendeva il nome di Adolf Hitler, capo nazista, antisemita, che aveva l’idea di creare una razza pura  sterminando coloro che riteneva i nemici dei tedeschi:  ebrei,  senzatetto,  disabili, omosessuali.

Come il nostro virus Hitler stravolse il mondo.

Il virus del 2020 ha viaggiato in modo invisibile, ma anche il virus negli anni della Seconda guerra mondiale passava di mente in mente in maniera subdola convincendo persone ad annientare i propri simili.

Per combattere il nemico odierno gli scienziati hanno scoperto il vaccino , per combattere il genocidio hanno agito  tante persone come Giovanni Palatucci, inserito nella lista dei “giusti tra le nazioni “ che in un contesto di ferocia e persecuzione ha trovato il modo di salvare la vita di molte persone , ha avuto gesti di disponibilità e cortesia verso gli altri sacrificando la propria vita ; infatti, è stato calcolato che , distruggendo archivi e procurando documenti falsi , abbia, nel giro di sei anni , salvato dalla deportazione ( anche con la collaborazione di uno zio , vescovo della Diocesi di Campagna ) circa cinquemila persone. Palatucci continuò la sua generosa attività anche durante l’occupazione nazista di Fiume. Ad un certo momento fu informato che i nazifascisti avevano cominciato a sospettare della sua attività; a Palatucci fu consigliato di mettersi in salvo, ma lui si rifiutò: “una sua fuga”, disse, “avrebbe messo in difficoltà i sottoposti che lo avevano aiutato”. Arrestato nella sua casa il 13 settembre del 1944 dalla polizia di sicurezza germanica, il Questore di Fiume che non aveva fatto nomi nonostante le torture, fu condannato a morte per “cospirazione contro il nemico”. La pena fu poi commutata nella deportazione e quaranta giorni dopo l’arresto, Giovanni Palatucci entrava nel campo di Dachau con il numero di matricola 117826.Vi sarebbe morto, in seguito agli stenti e alle sevizie patite, due mesi prima della liberazione del campo. La sua straordinaria lezione di generosità e altruismo ha contribuito a riscattare il nostro Paese dalla vergogna delle leggi razziali, dimostrando come in significative occasioni gli italiani seppero anteporre le ragioni della loro coscienza alla violenza della dittatura. Così come nel 1945 uomini come Giovanni Palatucci riuscirono a mettere in salvo i pochi ebrei rimasti in vita e le truppe anglo- americane si contrapposero alla ferocia della Shoah liberando molti territori dall‘occupazione militare tedesca, anche noi oggi ci auguriamo  che, nella perenne lotta tra il bene e il male, il vincitore sia il bene e il mondo possa tornare alla quotidianità e soprattutto a una vita libera.

R. C. , 3^ A TEORA

Silvia De Simone
Silvia De Simone
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