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Le origini del Carnevale

Le origini del Carnevale

I caratteri della celebrazione del Carnevale hanno origini in tradizioni molto antiche. Durante le feste dionisiache e saturnali si realizzava un temporaneo scioglimento dagli obblighi sociali e dalle gerarchie per lasciar posto al rovesciamento dell’ordine, allo scherzo e anche alla dissolutezza. Da un punto di vista storico e religioso il Carnevale rappresenta  un periodo di festa ma soprattutto di rinnovamento simbolico, durante il quale il caos sostituiva l’ordine costituito, che però una volta esaurito il periodo festivo, riemergeva nuovo o rinnovato e garantito per un ciclo valido fino all’inizio del Carnevale seguente.   

Il ciclo preso in considerazione era, in pratica, quello dell’anno solare. Nel mondo antico, romano, la festa in onore della dea egizia Iside, importata anche nell’impero Romano, comportava la presenza di gruppi mascherati. Presso i romani la fine del vecchio anno era rappresentata da un uomo coperto di pelli di capra, portato in processione, colpito con bacchette e chiamato Mamurio Veturio. Durante le antesterie   passava il carro di colui che doveva restaurare il cosmo dopo il ritorno al caos primordiale.

In  Babilonia, poco dopo l’equinozio  primaverile, veniva riattualizzato il processo originario di fondazione del  cosmo,  descritto miticamente dalla lotta del dio salvatore Marduk  con il drago Tiamat   che si concludeva con la vittoria del primo. Durante queste cerimonie si svolgeva una processione nella quale erano allegoricamente rappresentate le forze del caos che contrastavano la ri-creazione dell’universo, cioè il mito della morte e risurrezione di Marduk, il Salvatore. Nel corteo c’era anche una nave a ruote su cui il dio Luna e il dio Sole percorrevano la grande via della festa, simbolo della parte superiore dello Zodiaco verso il santuario di Babilonia, simbolo della terra. Questo periodo, che si sarebbe concluso con il rinnovamento del cosmo, veniva vissuto con una libertà sfrenata e un capovolgimento dell’ordine sociale e morale. I combattimenti rituali fra due gruppi di figuranti, la  presenza dei morti, i  saturnali  e le orge, sono elementi che denotano che alla fine dell’anno e nell’attesa del Nuovo si ripetono i momenti mitici del passaggio dal Caos alla Cosmogonia.

Il Carnevale si inquadra quindi in un ciclico dinamismo di significato mitico: è la circolazione degli spiriti tra cielo, terra e inferi. Il Carnevale riconduce a una dimensione metafisica  che riguarda l’uomo e il suo destino. In primavera, quando la terra comincia a manifestare la propria energia, il Carnevale segna un passaggio aperto tra gli inferi e la terra abitata dai vivi. Le anime, per non diventare pericolose, devono essere onorate e per questo si prestano loro dei corpi provvisori: essi sono le maschere   che hanno quindi spesso un  significato apotropaico . Le maschere che incarnano gli antenati, le anime dei morti che visitano cerimonialmente i vivi, sono anche il segno che le frontiere sono state annientate e sostituite in seguito alla confusione di tutte le modalità. In questo intervallo paradossale fra due tempi diventa possibile la comunicazione tra vivi e morti.

 Nel XV e XVI secolo, a  Firenze  i Medici   organizzavano grandi mascherate su carri chiamate “trionfi” e accompagnate da canti carnascialeschi  cioè canzoni a ballo di cui anche Lorenzo il Magnifico fu autore.

Nella Roma  del regno pontificio si svolgevano invece la corsa barberi  e la “gara dei moccoletti accesi” che i partecipanti cercavano di spegnersi reciprocamente.

Personaggi mascherati del Carnevale veneziano sono presenti in vari dipinti del Settecento veneziano di Canaletto , Francesco Guardi  e negli interni di Pietro Longhi.

In diversi luoghi nel giorno del martedì grasso si accende un falò che simboleggia la “morte di Carnevale”. In gran parte d’Italia l’inizio del periodo carnevalesco è tradizionalmente fissato il giorno successivo all’Epifania.

Per la Chiesa cattolica il Tempo di Carnevale era detto anche Tempo di settuagesima e considerato come un momento per riflettere e riconciliarsi con Dio. Si celebrano le Sante Quaranta ore, che si concludono, con qualche ora d’anticipo, la sera dell’ultima domenica di Carnevale.

La tradizione del Carnevale in Italia, pur recando in sé echi  delle feste pagane degli antichi romani, ha certamente legami più stretti con le antiche usanze cristiane . Basti pensare che il termine Carnevale deriva dal latino carnem levare, che fa riferimento al banchetto che si svolgeva il Martedì Grasso, l’ultimo giorno di Carnevale, immediatamente prima del periodo di digiuno e astinenza imposto dalla Quaresima. Queste sacre origini del Carnevale in Italia si sono perdute nel tempo, fino a giungere a quella che è, ai  giorni nostri , la festa più divertente dell’anno, sia per gli adulti sia per i bambini; in questi giorni di scherzi e allegria gli adulti possono tornare essi stessi bambini, indossando costumi e maschere che celano la loro identità e lasciarsi travolgere, solo per qualche istante gioioso, dalla baraonda e dal divertimento più sfrenato.

Fatto da : R. I., C. M., M. S.,M. S. e F. P., classe 2 sez. B

Silvia De Simone
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