Giovanni Palatucci nacque a Montella, in provincia di Avellino, il 29 Maggio 1909.La famiglia Palatucci era molto religiosa: era nipote di Giuseppe Maria Palatucci, vescovo di Campagna, comune italiano in provincia di Salerno e alcuni suoi zii paterni erano francescani. Era un poliziotto che grazie al suo lavoro riuscì a fornire visti agli ebrei per uscire dall’Italia mettendoli in salvo, secondo il mio punto di vista il suo gesto di aiuto è stato un gesto umano, ha messo in pericolo se stesso per dare la possibilità ad altre persone di salvarsi. Scrisse delle lettere dove racconta il rapporto con l’istituzione, la sua battaglia nell’applicare la legge e raggirarla contemporaneamente, perché secondo me, si rese conto di star trasgredendo la legge ma preferì usare  la sua coscienza per fare del bene, mandando chiunque ne avesse bisogno in un posto più sicuro.

Ci sono alcuni dubbi sulla sua storia, all’inizio si pensò che avesse salvato milioni di ebrei, ma nel 2013 ci fu un articolo che smentì la cosa, dicendo che salvò soltanto una donna, Elena Aschkenasy.

Così la storia fu rovesciata, sin dall’inizio si pensava che la sua divisa fosse usata sotto copertura per mettere in salvo tutti gli ebrei.

Ma, in una lettera ai genitori scrisse “ho la possibilità di fare un po’di bene, e i beneficiati da me sono assai riconoscenti. Nel complesso riscontro molte simpatie. Di me non ho altro di speciale da comunicare” ed io, leggendo questa sua lettera penso che le accuse contro di lui non potevano essere vere perché lui stesso dichiara di voler solo far del bene. Il suo voler aiutare qualcuno senza chiedere nulla in cambio, pur sapendo di rischiare  per  il proprio posto di lavoro è un puro gesto di altruismo. Io al suo posto mi sarei comportata allo stesso modo e se fossi stata la suo fianco lo avrei decisamente aiutato e supportato