728 x 90

MAMMA, UN NOME “SPECIALE”

MAMMA, UN NOME “SPECIALE”

Parlare della mamma non è semplice. Se mi viene chiesto di parlare di un compagno di classe, sono in grado di descriverlo con poche e semplici parole e di parlare delle nostre avventure e disavventura senza troppi problemi, con grande facilità. E invece questo non mi è possibile con la mamma perché lei è speciale, ha tanti pregi e pochi difetti, ha tante sfacettature del carattere e insieme abbiamo passato incredibili momenti, tantissimi belli, ma qualcuno anche brutto. Questo però non vale lo stesso per lei. La mia mamma sarebbe sicuramente più brava a parlare di me perché, ai suoi occhi, nulla può sfuggire, nemmeno il benché minimo problema: quando infatti sono un po’ giù, ma cerco comunque di non farglielo notare, lei riesce sempre a capire che mi è successo qualcosa che non mi fa stare bene. Ha quegli occhi che sanno leggere nel cuore e che mi hanno seguito, passo dopo passo, in ogni tappa della mia vita: solo lei, infatti, mi ha portato mano nella mano da quando ero solo un neonato, poi un bambino e adesso un ragazzo. Ovviamente adesso non do ancora la mano alla mia mamma, però so che la sua mano è sempre pronta ad afferrarmi se qualcosa non dovesse andare per il verso giusto. Il rapporto con la mamma può essere semplice o complicato. Ci sono dei periodi, infatti, che mi risulta complicatissimo capirla: io esprimo il mio pensiero, ma non ricevo la sua approvazione, come se lo facesse apposta, come se ci provasse gusto a venirmi contro. Questo è uno dei motivi dei nostri litigi, molto numerosi in quest’ultimo periodo. Dicono sia colpa dell’adolescenza e che quindi sia normale avere un confronto con le altre generazione, con la generazione della mia mamma, però io vorrei tanto che non ci fossero più questi scontri, anche perché poi sono costretto a tenerle il broncio per tutta la giornata, anche se vorrei chiacchierare fino a sera con lei, mangiando gelato e parlando del più e del meno. In questo periodo io le parlo sempre meno di me, come se volessi mantenere segreto tutto quello che mi accade. E non capisco perché mi succede. La vedo a volte cambiata o forse sono cambiato io, ma questo non significa che per lei non ci sarò mai più: dovrò tenere duro per affrontare questo periodo nel migliore dei modi e poi potremmo di nuovo parlare per tante ore e farci un sacco di risate! Ci sono ancora dei momenti di delirio, visto che mia madre è rimasta la burlona di sempre. Ieri, per esempio, stavo guardando la mia serie TV preferita stando sulla mia sedia a sdraio, quando all’improvviso salta su di me, lasciandomi senza parole e senza fiato! Io le ho detto che pesava tantissimo, più di un elefante (anche se lei è magra come un grissino) e le stavo per dire altre parole divertenti, quando a un tratto la sedia cede e ci ritroviamo entrambi lunghi distesi a terra. Abbiamo riso per più di mezz’ora e, a cena, ogni volta che pensavamo a quel buffo momento, rischiavamo di sputare l’acqua per le incontenibili risate! È questa la mamma che vorrei sempre: quella del divertimento, dal sorriso facile; ma devo ammettere anche che, grazie ai suoi insegnamenti (e a quelli di papà), sono riuscito a restare lontano da tanti problemi che gli adolescenti come me non riescono a evitare. Una mamma deve essere buona, dolce, divertente ma anche severa! Proprio come la mia.

N.L.III A TEORA

Avatar
Grazia Bonazzi
ADMINISTRATOR
PROFILO

Articoli Correlati

Lascia un commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati con *