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Messaggio di Don Tarcisio Gambalonga

Messaggio di Don Tarcisio Gambalonga

Questo Natale 2020 non lo dimenticheremo facilmente!

Arriva al termine di un anno iniziato, come sempre avviene, con i migliori auspici, ma ben presto sconvolto da una pandemia, che all’inizio sembrava lontana quando invece già serpeggiava tra le nostre case.

Tutto quello che abbiamo vissuto in questi mesi fa sì che esso acquisti un significato particolare, anche per le modalità in cui lo vivremo. Sarà diverso per tanti motivi, ma non per questo meno intenso. Tutto dipende da noi!

Spetta a noi, a ciascuno di noi, infatti, fare quello che tante volte è mancato negli anni scorsi e cioè recuperare il vero significato di questa festività, tanto cara alla nostra tradizione cristiana. 

Nella luce della fede il Natale del Signore Gesù è innanzitutto un mistero d’amore, da accogliere come un dono straordinario di consolazione e di speranza: non siamo soli! Dio viene in mezzo a noi per farsi nostro compagno di cammino nella vita di ogni giorno, Egli è l’Emmanuele, il Dio-con-Noi!

In questo tempo di isolamento, e per tanti di autentica solitudine, la certezza di avere accanto il Signore riempie il vuoto di relazioni mancate, ma nel contempo ci impegna a curare con maggior attenzione i rapporti tra di noi, in modo particolare con chi è più solo. Questo è il dono più grande che tutti possiamo ricevere! E alla luce di questo, il primo regalo di Natale, allora, che dobbiamo farci è proprio quello di recuperare e curare le relazioni tra di noi, non dando nulla per scontato. Abbiamo bisogno di legami veri e questo è il momento propizio per far sentire a chi percorre ogni giorno con noi le strade di questo mondo che noi ci siamo: per un saluto, uno sfogo, un incoraggiamento, un sostegno.

Mai, forse, come in questo momento avvertiamo di non aver bisogno di regali materiali, ma di qualcosa di più, che non si può comprare, ma solo donare con il cuore. 

Il secondo regalo, invece, lo dobbiamo fare alla nostra famiglia. Anche in questo caso non si tratta di beni materiali, ma di qualcosa di più profondo e prezioso. Gesù nasce in una povera grotta, riscaldato non tanto dal bue e dall’asinello, come amano ripetere le nenie natalizie, ma dall’amore profondo di Maria e Giuseppe, che si chinano su di lui con tutte le premure necessarie.

Curiamo in questo tempo le “relazioni di amore” con i nostri familiari. Anche in questo caso non dobbiamo dare nulla per scontato. Non usciamocene con la scusa “…tanto lo sanno che voglio loro bene!”, ma diciamo ai nostri genitori, ai fratelli, alle sorelle, agli zii….insomma, a tutti: Buon Natale, ti voglio bene! 

Non è sentimentalismo, ma manifestazione concreta di riconoscenza e gratitudine. In tal senso possiamo sfruttare positivamente il fatto che saremo costretti a stare più tempo in casa, proprio ritrovando la bellezza di dedicare del tempo alla nostra famiglia, senza l’ansia di scappare, perché travolti da mille impegni, o la tentazione di rinchiuderci nel nostro mondo virtuale, lontano da tutti. 

Infine un terzo regalo lo dobbiamo fare a noi stessi. Non è egoismo, ma necessità vitale! Si tratta di prenderci cura un po’ di più del nostro mondo interiore. Come cristiani festeggiamo l’evento che ha sconvolto la storia dell’umanità, al punto da segnare una cesura netta tra il “prima” e il “dopo”. 

Mai come in questo momento c’è bisogno di andare in profondità per ritrovare il senso della nostra vita e coltivare quei valori dello spirito che tante volte vengono bistrattati se non ridicolizzati nella nostra società.

In un mondo sempre più pressappochista e superficiale dobbiamo ricordarci che “non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca del Dio vivente” e per questo dobbiamo chiederci con onestà come viviamo il nostro rapporto con l’Assoluto. 

Ognuno darà di se stesso la risposta più vera, ma tutti dobbiamo “regalarci” la possibilità di fare nel nostro cuore il presepe più bello. Qui dobbiamo accogliere Gesù, il Dio d’amore, e questa presenza ci trasformerà, perché ci farà sentire in maniera preponderante il bisogno di amare, di andare verso l’altro. Ci aprirà gli occhi su tante situazioni di bisogno che attendono il nostro aiuto. Ci farà uscire dal nostro guscio per proiettarci verso il nostro prossimo, ricordandoci che un mondo migliore sarà possibile se anche noi faremo la nostra parte. E allora sarà veramente Natale, quando comprenderemo che la vera civiltà è quella dell’amore insegnatoci dal Bimbo nato nella grotta di Betlemme ed oggi venuto ad abitare in mezzo a noi e dentro di noi. 

 

Don Tarcisio Gambalonga

 

Viviana Miele
Viviana Miele
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