728 x 90

Per non dimenticare

Per non dimenticare

Il 23 novembre del 1980, alle 19:34 di una domenica di 42 anni fa un terribile terremoto, uno dei più violenti della storia italiana, colpì l’Irpinia e una porzione della Basilicata.

Pochi interminabili secondi provocarono circa 2.000 morti, 9.000 feriti e 300.000 senza tetto, distribuiti in 700 comuni.

L’epicentro fu localizzato tra Teora e Conza della Campania, pertanto i maggiori danni furono subiti proprio dai nostri comuni, dalla nostra gente.

I danni furono ingenti e le vittime numerose, da un lato per la forza del terremoto, dall’altro per le caratteristiche costruttive delle abitazioni che non tenevano conto della sismicità della zona.

Altro elemento fondamentale fu che il sisma venne in un primo momento sottovalutato a causa del danneggiamento dei mezzi di telecomunicazione che non permisero di allertare tempestivamente i soccorsi.

Nei giorni successivi, a seguito del volo di un elicottero sulle zone colpite dal terremoto, si ebbe la consapevolezza che interi paesi erano stati rasi al suolo.

Inoltre, grazie al sopralluogo fatto dal Presidente della Repubblica dell’epoca, Sandro Pertini, ed al discorso che lui stesso fece al telegiornale con il quale scosse l’intera opinione pubblica, tanti volontari sia italiani che stranieri vennero a prestarci soccorso.

Lioni, il paese nel quale vivo, per la sua vicinanza all’epicentro fu quasi completamente distrutto.

La ricostruzione degli edifici, strade, locali pubblici che partì negli anni successivi, da un lato ha donato a tutti case nuove ed antisismiche, dall’altro ha spazzato via la storia e la  memoria del paese.

A Lioni infatti non esistono più palazzi storici, gradinate, parchi, stradine, case che trasmettano o che tramandino il passato perché la ricostruzione, che rappresenta il nuovo, ha cancellato tutti gli edifici storici.

Quel tragico evento ha segnato una linea di confine tra passato e presente.

Spesso sento parlare i miei genitori, i miei nonni che dicono :“Prima del terremoto … dopo del terremoto”.

Ormai il terremoto è un lontano sbiadito ricordo perché le persone che all’epoca vissero quei tragici momenti e quei difficili mesi successivi, quasi non ci sono più.

Rimane all’ingresso del cimitero di Lioni un monumento con un interminabile elenco di persone che quella notte e nei giorni successivi persero la vita ed una bici da bambino che, parzialmente immersa nel cemento, ricorda che numerosi furono i bambini e ragazzi che videro spezzata la loro vita.

Ma, anche se parte del nostro passato, fatto di persone che purtroppo non ci sono più, così come i palazzi, le case i monumenti e gli edifici storici, fanno parte di una Lioni che tanti hanno vissuto e che io ho solo presente nella mia immaginazione. Questa Lioni prima del terremoto io, come tanti e come i miei familiari, non la voglio dimenticare!

 

Lavoro di C.C., classe 3°sez.A

Silvia De Simone
Silvia De Simone
ADMINISTRATOR
PROFILO

Articoli Correlati

Lascia un commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati con *