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QUARANTAORE

QUARANTAORE

Tra le manifestazioni del culto cattolico restano ancora attuali le quarantore. Ma che cosa sono le quarantore? Sono una pratica devozionale consistente nell’adorazione per quaranta ore continue del Santissimo Sacramento visibile nell’ostensorio contenente Ostia consacrata.

Secondo l’affermazione di San Paolo, ripresa nel “Credo” cristiano, l’intervallo temporale va dalle tre del pomeriggio di venerdì santo (morte di Gesù) alle sette del mattino di domenica (ora della risurrezione).

L’esposizione del “Corpus Domini de continuo” fu caldeggiata da Sant’Antonio Maria Zaccaria che si festeggia il 5 luglio. Sempre in questa data nel 1946 fu fondata l’Associazione Medici Cattolici Italiani.

È per me ancora più importante ricordare questa pratica religiosa che mi fa vivere un Carnevale santificato.

Oggi l’esposizione Eucaristica avviene tra il sabato e il martedì di Carnevale, giorno che precede l’inizio della Quaresima. È un momento di rinnovamento spirituale e sociale, di preghiera, di penitenza che culmina con la celebrazione della Santa Messa.

Un tempo, durante i giorni della solenne esposizione, le città cambiavano fisionomia, i negozi chiudevano, i lavori dei campi erano sospesi, le barriere sociali cadevano e la fede rifioriva nel cuore della gente.

Le quarantore acquistarono l’importanza e l’efficacia di una vera missione popolare affidata a predicatori illustri che inculcavano nei fedeli la devozione del culto eucaristico.

L’adorazione coinvolgeva tutte le categorie di persone che, giorno e notte, si avvicendavano in preghiera, a volte in modo spontaneo, a volte sotto la guida di sacerdoti o diaconi.

Ricordate tutti come durante l’Olimpiade di Atene si sospendevano le guerre, così durante questi tre giorni si stabiliva una tregua: i nemici si riconciliavano, i violenti diventano mansueti, i falsari diventavano onesti, i ladri restituivano le cose rubate, la gioventù si innamorava di Dio e i sacerdoti non si allontanavano dall’altare e dai confessionali.

Per molto tempo questa devozione è stata al centro della vita religiosa, un modo per fronteggiare le lotte intestine, un argine contro le guerre, una speranza nella calamità.

Le radici dell’adorazione eucaristica sono da ricercarsi nella pratica cristiana dell’astinenza e del digiuno, nell’adorazione del Crocifisso, nelle veglie di preghiera in coincidenza della Settimana Santa.

Si deve alle quarantore l’esaltazione di Cristo come Re della Chiesa, la nascita di alcune manifestazioni di fede e di scienza, la diffusione di un’arte religiosa come il Barocco e l’avvento di una produzione letteraria sublime e drammatica nello stesso tempo.

Già da un secolo a questa parte le pratiche religiose hanno perso la loro importanza; in particolare le quarantore si celebrano solo in alcune chiese e incidono sempre meno nella vita individuale e sociale.

Le città sono diventate più grandi e meno accoglienti, più industriali e meno religiose, più ricche materialmente e più povere di rapporti umani e di amicizia cristiana, più intellettuali e meno spirituali.

La ragione, sublimata oltre misura, comincia a dubitare della fede e a criticarla. Oggi le quarantore vengono collegate alla parola di Dio e alla Santa Messa cioè stanno tornando a quell’esigenza di interiorità e di spiritualità che sta all’origine della stessa adorazione: il culto eucaristico è un modo per incontrare il Signore.

Per tenere viva questa tradizione che tanto bene ha fatto l’umanità, il parroco di Lioni ha istituito un momento di approfondimento di noi stessi con l’adorazione eucaristica il primo giovedì di ogni mese nella Chiesa Madre.

Giovanni Vuotto

Silvia De Simone
Silvia De Simone
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