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Riflessione su un uomo rimasto UMANO

Riflessione su un uomo rimasto UMANO

 E’ trascorso un anno dallo scoppio della guerra in Ucraina e non c’è giorno che io non veda immagini o non ascolti notizie che sembrano state prese dal mio libro di Storia.

A scuola abbiamo ricordato anche quest’anno il giorno della Shoah e spesso negli anni ci hanno ripetuto le parole “per non dimenticare” o “affinché non avvenga mai più” riferendosi a quello che è avvenuto circa l’Olocausto.

Ma è costante in questo mio tempo la riflessione sul termine “disumano” riferito al comportamento di chi ha discriminato, ferito e giustiziato il popolo ebraico.  Io mi chiedo se noi uomini, appartenenti all’umanità e quindi creati da Dio, fattosi uomo anche lui, potremmo mai fare cose disumane, per la ragione stessa che siamo degli UMANI… Se siamo umani e quindi in teoria siamo provvisti di un “sentimento di solidarietà umana e di indulgenza verso gli altri uomini” allora come hanno potuto degli uomini commettere simili crimini a danno di altri uomini? Data la nostra natura umana, disumanità e spietatezza, non dovrebbero essere sentimenti che ci appartengono.

Perché allora la Shoah? Perché la guerra e le leggi razziali? Perché tutto quell’orrore?

Scopriremo con il tempo che anche questa guerra in Ucraina ha le stesse atrocità o ce ne saranno altre ancora più efferate?

Chissà se, come allora, anche in Ucraina ci saranno oggi uomini come Giovanni Palatucci, che ha pensato di mettere a rischio la sua vita per salvare altre vite innocenti, usando armi pacifiche senza proiettili, per salvare parte di quell’ umanità, costretta a nascondersi ed a scappare dagli orrori che “il generale disumano” aveva ordinato?

“Giusto tra le nazioni” oppure semplicemente, uomo tra gli uomini capace di restare tale così come era stato creato, con tutta la sua umanità?  Nel caso di Palatucci alcuni uomini non compresero perché volesse salvare altre vite e lo uccisero, allo stesso identico modo con cui Gesù fu ucciso perché non compreso.

Mi auguro che come Gesù sia risorto, anche Giovanni Palatucci risorga e riviva con la sua umanità nei nostri pensieri, bombardati ogni giorno da atroci realtà.

Tu che non sapevi …   

 

L’ultimo respiro sale nel cielo

e si impregna l’aria

il fiato gelido e la speranza

lasciano il corpo esanime.

 

Il rumore del silenzio che,

attraversa le vie,

le strade lasciate vuote

dal soldato disumano

che guardando la morte arduamente

è felice…

non è toccato a lui.

 

Tu, Giovanni, non sapevi

che la guerra portava via

i tuoi pensieri felici, i tuoi pensieri liberi.

 

Non sapevi che un giorno,

molto vicino,

sarebbero stati imprigionati

in un paese lontano

e il tuo corpo privato di essi,

li avrebbe lasciati.

 

Non sapevi che il tuo cuore

non avrebbe retto a tanto orrore.

Tu che cercavi giustizia tra le ingiustizie.

 

Lavoro svolto da C.D.F., classe 3°sez.A, plesso di Lioni

Silvia De Simone
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