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Riflessioni di una docente

Riflessioni di una docente

Il processo di inclusione degli alunni con disabilità ha attraversato fasi importanti nella storia della scuola e degli ordinamenti in Italia. Dalla situazione originaria di “esclusione” da qualsiasi intervento educativo, alla “separazione” in scuole speciali, si è giunti all’inserimento e all’integrazione, in una prospettiva della scuola per tutti, che ha portato alla valorizzazione di approcci sempre più aperti, incentrati sulla cura educativa dei differenti bisogni e sulla valorizzazione delle più diverse abilità. Il termine autismo, su cui vorrei soffermarmi, prendendo spunto da mie esperienze passate, fu coniato per la prima volta nel 1911 da E. Bleuler che lo aveva  utilizzato per descrivere degli “individui assorti nelle proprie esperienze interiori con una grande perdita d’interesse per tutta la realtà esterna, comprese le cose e gli altri”. Nel tempo vari studiosi hanno approfondito questa condizione, rilevando quanto i sintomi, vari e diversi, costituissero in realtà una vera e propria sindrome. Oggi infatti parliamo di “disturbo dello spettro dell’autismo”, per far riferimento ad un quadro più complesso di difficoltà che investe il bambino nelle diverse aree di sviluppo. La sua diagnosi ha un impatto considerevole, sul piano emotivo, nella coppia e nell’intera famiglia del bambino, che si trova ad affrontare infatti una situazione molto stressante a causa della scarsa conoscenza della sindrome, della difficile gestione dei comportamenti ad essa connessi e della paura legata anche al giudizio degli altri. Queste difficoltà vanno adeguatamente supportate e accompagnate attraverso interventi mirati, i quali dovrebbero coinvolgere attivamente i genitori, che vanno, durante questo viaggio, seguiti, accompagnati e supportati anche, ad esempio, attraverso il parent training. Fondamentale è che i genitori, gli insegnanti e le diverse figure professionali, attraverso terapie specifiche, lavorino insieme, in maniera integrata. Per riuscire, infatti, un intervento deve rivolgersi a molti aspetti, sia del bambino che della famiglia, includendo e lavorando sui bisogni e sui loro punti di forza. Gli aspetti individuali, i diversi contesti e la scuola, nella quale fondamentale diventa la figura dell’insegnante di sostegno, devono integrarsi. È infatti opportuno porre l’attenzione al mondo della scuola, che in una visione olistica, lavora nello specifico grazie alla realizzazione del PEI, all’idea del Progetto di vita di ciascun bambino, per accompagnarlo e sostenerlo nel suo cammino di vita. Il nostro Istituto da sempre è molto attento al processo inclusivo e attraverso la programmazione e la realizzazione di azioni volte a valorizzare e potenziare le  abilità di ciascun bambino, ne favorisce l’inserimento sociale. È importante inoltre, a tal proposito, sottolineare la  preziosa collaborazione degli specialisti ABA.

Il nostro lavoro, costante e quotidiano, abbraccia una visione bio-psico-sociale che racchiude in sé “la cura” necessaria alla crescita dei bambini, in vista del raggiungimento di traguardi che noi tutti crediamo possibili.

Ersilia Pistillo

1 commento
Silvia De Simone
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1 Commento

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    Giuseppina Iandiorio
    1 Maggio 2021, 0:35

    Vero maestra , nulla è impossibile…la DIVERSITÀ non esiste ..complimenti per le vostre autentiche parole , avanti tutta❤

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