Lo scontro tra Russia e Ucraina, le successive sanzioni dell’UE, la condanna dell’Occidente e gli eventi che vengono documentati su social network, giornali e TV dalla notte fra il 23 e il 24 febbraio – momento in cui la Russia ha iniziato l’invasione dell’Ucraina – hanno dato nuovo stimolo, anche sui banchi di scuola, a una serie di temi e riflessioni sulla guerra.
Bisogna comunque ricordare che l’Italia, come ribadito nell’articolo 11 della Costituzione, “ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; ………consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni;…… promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo” .
La guerra è dunque ripudiata ma solo in parte così come sono consentite le “limitazioni di sovranità”.
Pensare dunque alla fine delle guerre o ad una pace perpetua è e resterà un’utopia. Dovremmo invece impegnarci affinché le guerre rimangano fenomeni sporadici e circoscritti per evitare grandi catastrofi che, grazie alla potenza delle armi nucleari o biologiche dell’era moderna, potrebbero assumere proporzioni enormi e sfuggire al controllo dell’umanità stessa.
GAROFALO ANTONIO
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