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TERREMOTO IN IRPINIA DEL 23 NOVEMBRE 1980

TERREMOTO IN IRPINIA DEL 23 NOVEMBRE 1980

Il terremoto dell’Irpinia del 23 novembre del 1980 è degno di restare nella memoria di tutti. Fu una catastrofe stratosferica, uno dei sismi più forti che ha colpito il meridione. Questo terremoto colpì la Campania centrale e la Basilicata centrosettentrionale. Caratterizzato da un magnitudo 6.9 con epicentro tra Teora, Castelnuovo di Conza e Conza. Questo terremoto causò più di 280.000 sfollati e 2914 morti.

Il terremoto del 1980 merita di essere ricordato perché è stato un insegnamento di vita, ha stravolto intere vite e realtà segnando profondamente intere generazioni. Dobbiamo portare impresse immagini e ricordi che ci sono stati tramandati dalle generazioni precedenti, affinché ci facessimo trovare preparati ad un ulteriore catastrofe. Quarantuno anni fa alle 19:34 del 23 novembre del 1980 il tempo si fermò e questo mostro si abbatté in Irpinia con tutta la sua ferocia. Da quella maledetta domenica gli uomini non sono stati più gli stessi, la gente è cambiata portando in volto ancora oggi tutta la sofferenza che hanno vissuto. Abbiamo avuto danni psicologici, economici ed emotivi ed è un bagaglio amaro da digerire per tutti quelli che hanno vissuto questa brutta esperienza. Arrivarono più di 50.000 unità di militari a soccorrere interi paesini come Lioni ma lo scenario che si trovarono di fronte era una vera e propria apocalisse. Di questo argomento ne parlo con un certo magone e nodo in gola, sia mia madre che io siamo cresciuti con il racconto drammatico dei mie nonni. Purtroppo, in quella tragedia,  hanno perso persone molto care e da quel giorno la vita non è stata più la stessa. Posso solo dire con certezza che questo evento mi spaventa molto perché anche se non l’ho vissuto in prima persona so per certo che ha fatto moltissimi danni e ha distrutto intere famiglie come quella dei miei nonni e bisnonni. A pagare il prezzo è stata mia zia Sinella di appena 26 anni, deceduta con suo marito nel terremoto, lasciando orfani i suoi due bambini.

Spero solo che tutto questo non si possa ripetere mai più in nessuna parte del mondo.

 

Lavoro di: R.D.G., classe 3 sez. A, plesso di Lioni

Silvia De Simone
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