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Testimonianza di una nonna

Testimonianza di una nonna

TESTIMONIANZA DI UNA NONNA

DOMENICA 23 NOVEMBRE 1980.

AVEVO APPENA 19 ANNI E FREQUENTAVO IL CORSO DA TERAPISTA DELLA RIABILITAZIONE ALL’OSPEDALE DI PESCOPAGANO (PZ). DA QUALCHE MESE, INSIEME A UN GRUPPO DI STUDENTI, COMPRESE GIULIA E IVANA, MIE COINQUILINE, ERO VENUTA A LIONI PER TRASCORRERE LA SERATA. AVEVO CONOSCIUTO DA POCO PIU’ DI UN MESE L’UOMO CHE DI LI’ A POCHI ANNI DOPO SAREBBE DIVENTATO IL MIO COMPAGNO DI VITA. ALLE 19.00 ERAVAMO DAVANTI AL BAR VENEZIA IN PIAZZA DELLA VITTORIA O DI S. ROCCO, COME VIENE SOLITAMENTE INDICATA, ANCORA OGGI DAI LIONESI. GIOVANNI VOLEVA A TUTTI I COSTI TRATTENERSI NEL BAR, PERCHE’ DA TIFOSO DEL NAPOLI E ACCANITO APPASSIONATO DI CALCIO AVREBBE VOLUTO SEGUIRE I RISULTATI DELLE PARTITE GIOCATE QUELLA DOMENICA. SU INSISTENZA DI NOI DONNE, DECISE DI ACCOMPAGNARCI SUBITO ALLLA “MELA”: DISCOTECA ALL’ EPOCA IN VOGA TRA I GIOVANI DI LIONI E PAESI LIMITROFI. ORE 19. 20 FINALMENTE ALL’INTERNO!

LA MUSICA TRAVOLGENTE E LA MIA VOGLIA DI BALLARE MI SPINSE SUBITO SULLA PISTA CIRCOLARE, MENTRE GIOVANNI E ALTRI SUOI AMICI SI ERANO SEDUTI SUL BORDO PISTA. LA MUSICA AD ALTO VOLUME NON IMPEDI’ DI SENTIRE UN BOATO TERRIBILE, ACCOMPAGNATO DAL MOVIMENTO A TUTTO TONDO DELLA PISTA: SEMBRAVA DI STARE SULLA GIOSTRA BALLERINA! LA CORRENTE ANDO’ VIA, NEL BUIO PIU’ PROFONDO ERAVAMO AMMUCCHIATI L’UNO SULL’ALTRO. UNA MANO FORTE STRINSE LA MIA E CON FATICA, TRA LE URLA E LA CONFUSIONE TOTALE MI TRASCINO’ VERSO UNA PORTA O UNA GROSSA CREPA NEL MURO, IO AFFERRAI LA MAGLIA DI GIULIA E NON SO NEPPURE IO COME CI RITROVAMMO FUORI DALLA DISCOTECA.

L’ARIA FREDDA E PUNGENTE MI SPINSE A PENSARE CHE FORSE ERA SCOPPIATA UNA BOMBA, MA DI LI’ A POCO UN ALTRO BOATO; IL SUOLO SOTTO I PIEDI RIPRESE A MUOVERSI E DI FRONTE AI MIEI OCCHI INCREDULI E TERRORRIZZATI UN EDIFICIO ENORME, IL MULINO-PASTIFICIO PALLANTE, INCOMINCIO’ A SGRETOLARSI NEL LUOGO DOVE ORA SORGE LA SCUOLA PRIMARIA; NON SAPEVO CERTO CHE UN GIORNO AVREI INSEGNATO PROPRIO IN QUELL’ISTITUTO! INTANTO STAVA CADENDO AL RALLENTATORE! ALLA FINE UN TONFO RUMOROSO DI PIETRE CHE SBATTEVANO A TERRA E L’EDIFICIO ERA CROLLATO.

UNA TREMENDA NUBE DI POLVERE INVESTI’ LA STRADA .  ALLORA MI RESI CONTO CHE LA TERRA AVEVA TREMATO.

ALLE 19.35 LIONI ERA STATO RASO AL SUOLO DA UN POTENTISSIMO SISMA.

DA QUEL MOMENTO LA VITA DEI SOPRAVVISUTI E’ CAMBIATA RADICALMENTE! AFFETTI, BENI MATERIALI, RELAZIONI E….. TUTTO!!.

GIOVANNI CERCAVA DI AVVICINARSI IL PIÙ POSSIBILE A CASA DI SUA SORELLA, MENTRE CI SPOSTAVAMO A PIEDI INCOMINCIAVO A RENDERMI CONTO DI QUANTO FOSSE GRAVE L’EVENTO CHE STAVO VIVENDO, MA NON SAPEVO ANCORA CHE ALTRI PAESI DELL’IRPINIA E DELLA BASILICATA ERANO STATI COLPITI COME, PIU’ O MENO DI LIONI. LA GENTE CHE INCONTRAVO STRILLAVA, CHIEDENDO AIUTO PER I PROPRI CARI SEPOLTI DALLE MACERIE. HO PROVATO UN PROFONDO SENSO DI IMPOTENZA DI FRONTE ALLA FORZA DEVASTANTE DELLA NATURA. I MACIGNI E LE  MONTAGNE DI MACERIE CHE SI VEDEVANO LUNGO LE STRADE E IL PENSIERO CHE LA’ SOTTO POTESSERO ESSERCI DELLE PERSONE IN FIN DI VITA, MORTE O VIVE E INTRAPPOLATE MI FACEVA SENTIRE SENZA POSSIBILITA’ DI SCAMPO.

COME ERA POSSIBILE AIUTARE QUELLE PERSONE?

SAREBBERO SERVITI GIORNI INTERI PER CERCARLE SOTTO LE CASE ACCASCIATE A TERRA, SENZA PIU’ ESSERE IL RIFUGIO SICURO IN CUI CI SI SENTE IN QUESTI LUOGHI.

TRASCORREMMO LA NOTTE ALL’APERTO IN CAMPAGNA, ATTORNO AD UN FUOCO, SEDUTI SU BALLE DI PAGLIA A CASA DI UNO DEGLI AMICI DI GIOVANNI. ALL’ALBA IL SILENZIO DEI PRESENTI FU INTERROTTO DA UN’ ESCLAMAZIONE: E’ LA FINE DEL MONDO! ERA LA VOCE DI ANTONIO!!

UNA RADIO A BATTERIA TRASMETTEVA NOTIZIE CATASTOFICHE: LA SCOSSA ERA STATA AVVERTITA ANCHE IN GRECIA. L’ANSIA INCOMINCIO’ A SALIRMI E IL PENSIERO DEI MIEI GENITORI CHE POTESSERO ESSERE IN PERICOLO O, PEGGIO ANCORA, CHE LORO PENSASSERO  A ME IN PERICOLO, MI RESE IRREQUIETA. NON ESISTEVANO I CELLULARI E I TELEFONI FISSI ERANO FUORI USO; NON POTEVO AVVERTIRLI CHE IO ERO VIVA E STAVO BENE, NE’ SAPEVO COSA FOSSE SUCCESSO LORO O AL MIO PAESE D’ORIGINE. DECIDEMMO DI SPOSTARCI E DOPO 4 LUNGHE ORE E  PERIPEZIE VARIE GIUNGEMMO A PESCOPAGANO.

LO SCENARIO NON ERA DIVERSO DA QUELLO DI LIONI: GENTE SCONVOLTA PER STRADA, FERITI CHE GIUNGEVANO CON AMBULANZE ALL’OSPEDALE, E SI INCOMINCIAVANO A CONTARE I MORTI…….. TANTISSIMI! NELLLA PIAZZA DEL PAESE MI SENTII CHIAMARE, ERA MIA MADRE CHE MI CORREVA INCONTRO CON LE BRACCIA APERTE E LE LACRIME AGLI OCCHI, MENTRE MI ABBRACCIAVA FORTE A SE’, PAPA’ MI AVVERTIVA CHE LA CASA DOVE VIVEVO ERA QUASI DEL TUTTO CADUTA E CHE NON SI POTEVA RAGGIUNGERE, PERCHE’ LE STRADE STRETTE ERANO INVASE COMPLETAMENTE DA PIETRE E CALCINACCI. L’ABBRACCIO DI MAMMA MI FECE BENE, MA, DOPO AVER SALUTATO GLI AMICI DI PESCOPAGANO E GIOVANNI, GIA’ IN MACCHINA IN VIAGGIO PER GRASSANO INCOMINCIAVO A PROVARE UN FORTE SENSO DI COLPA. LI STAVO LASCIANDO IN UNA SITUAZIONE TERRIBILE: AL FREDDO E FORSE PURE DIGIUNI, PENSAVO CHE AVEVANO PERSO TUTTO, COSA POTEVO FARE?

DOPO 2 NOTTI INSONNI PASSATE A RIGIRARMI TRA LE LENZUOLA DEL MIO LETTO, MI VENNE L’IDEA DI COINVOLGERE I GIOVANI DEI GRUPPI DI AZIONE CATTOLICA DELLE TRE PARROCCHIE DEL MIO PAESE PER RACCOGLIERE FONDI, BENI MATERIALI; ALIMENTI, COPERTE, INDUMENTI DA PORTARE A LIONI. FURONO GIORNI FRENETICI!

TUTTI COLLABORAVANO ALLA RACCOLTA E DOPO UNA VENTINA DI GIORNI SONO TORNATA A LIONI PER PORTARE A NOME DI TUTTI I MIEI PAESANI LA NOSTRA SOLIDARIETÀ. MI ACCORSI BEN PRESTO CHE NON ERAVAMO I SOLI, TUTTA ITALIA SI STAVA MUOVENDO PER ESSERE VICINO AGLI ABITANTI DELL’IRPINIA, FORSE MOLTE VITE SI SAREBBERO POTUTE SALVARE, SE LA PROTEZIONE CIVILE FOSSE STATA PIÙ PRONTA E ALLERTATA PIÙ VELOCEMENTE. LA ZONA COLPITA DAL TERREMOTO ERA TROPPO VASTA E L’ORGANIZZAZIONE DI ALLORA NON ERA PARI A QUELLA ODIERNA. RICORDO ANCORA L’APPELLO ACCORATO DI PERTINI, ALLORA PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA CHE DICEVA:” FATE PRESTO!! FATE PRESTO!!”

FU UN’ESPERIENZA TERRIBILE E SE PENSO CHE DAVANTI AL BAR VENEZIA SONO MORTE DIVERSE PERSONE O CHE SE SOLO QUELLA SERA CON LE MIE AMICHE FOSSI RIMASTA IN CASA, FORSE OGGI NON AVREI POTUTO RACCONTARE A MIO NIPOTE L’EVENTO VISSUTO!

RINGRAZIO IL SIGNORE PER AVERMI RISPARMIATO LA VITA, EVIDENDEMENTE AVEVA ALTRI PROGETTI PER ME!  NON HO MAI DETTO A NESSUNO: “TI AUGURO DI NON PROVARE MAI UN’ ESPERIENZA DEL GENERE!”  LILLI, UNA RAGAZZA FRIULANA CHE AVEVA VISSUTO IL TERREMOTO DEL 1976 NELLA TERRA DEL FRIULI, A ME L’AVEVA DETTO!!……………………….

Lioni, 05/11/2020                                                                                                           NONNA

Giovanna Burdi

Silvia De Simone
Silvia De Simone
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