“Se vuoi arrivare primo corri da solo. Se vuoi arrivare lontano, cammina insieme”.

Proverbio africano

Dentro questa breve riflessione c’è un mondo, o almeno una visione di esso.

Viviamo un momento storico che ci costringe a riflettere, a prendere una posizione. Natale è alle porte e tutti ci sentiamo più buoni, disponibili, inclusivi e rispettosi, poi però vediamo in tv migliaia di persone che affollano le vie del centro delle nostre città impegnate nello shopping natalizio, per consumare il pranzo o l’aperitivo, in barba alle più elementari regole del distanziamento sociale, ed allora capisci che non siamo pronti alla rinuncia: non allo struscio, allo sci, al ristorante ecc.

Né solidarietà né attenzione nella difesa dei più deboli, dei più fragili e degli anziani. Sopraffatti dalla voglia di fare, di soddisfare le nostre esigenze a volte trascurando il buon senso, l’educazione e il rispetto degli altri.

In piena seconda ondata con 600 persone che ogni giorno purtroppo “ci lasciano”, si parla del cenone di Natale e di Capodanno come se fosse una questione di sopravvivenza, di assoluta necessità. Domenica a messa ci ha colpiti un pensiero di Don Tarcisio: “la messa del 24 dicembre si terrà alle 19,00, poi tutti a casa”, con buona pace di chi ora pone il problema che la messa dovrebbe svolgersi a mezzanotte; un messaggio che ha riportato all’attenzione la necessità di ritrovare il senso di Comunità.

Purtroppo nella nostra società sembra dominare un sentimento di prevaricazione, di preclusione e di non condivisione; bisognerebbe ripartire dall’idea che la comunità necessita di essere costruita ogni giorno, insieme: con l’impegno, la dedizione e la consapevolezza di dover essere, in ogni azione che compiamo, responsabili verso il nostro prossimo.

  Ersilia Pistillo e Pasquale Ferrara, genitori di Vittoria e Antonia