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 INTERVISTA AL PROFESSORE DI SCIENZE MOTORIE E SPORTIVE

 INTERVISTA AL PROFESSORE DI SCIENZE MOTORIE E SPORTIVE

1) Com’è insegnare questa disciplina ai ragazzi di questo istituto?

  • Insegnare scienze motorie e sportive agli alunni di questo Istituto è come farlo in altre scuole. A inizio anno scolastico, i docenti di ogni disciplina fanno una valutazione diagnostica dei prerequisiti.  Analizzati i dati emersi e le potenzialità del contesto si realizza la programmazione annuale in due quadrimestri e quattro unità di apprendimento con le quali proporre l’offerta formativa relativa all’anno di studi di riferimento. Conoscenze e abilità, in altre parole traguardi per lo sviluppo delle competenze da perseguire, sono programmate facendo riferimento alle indicazioni nazionali. Chiaramente a livello di motricità generale, il vissuto motorio personale e il percorso nella scuola primaria hanno una certa influenza sulle capacità espresse nella scuola secondaria di 1° grado. Sono favorevole all’inserimento di un docente di educazione fisica nell’organico della scuola primaria; attualmente questa figura è prevista solo per il quarto e il quinto anno. Un traguardo atteso da anni; ricordo che se ne discuteva già nel 1984 quando frequentavo gli studi di formazione presso l’Istituto Superiore di Educazione Fisica.

2)Come riesce a trasmettere la passione per lo sport ai suoi studenti?

  • La scuola contribuisce al progetto di vita delle persone cercando di dare il proprio contributo per il successo educativo e formativo nella società. Scienze motorie e sportive non è solo sport, sarebbe riduttivo limitarsi a questo abbinamento. La disciplina propone la conoscenza del proprio corpo, il suo funzionamento, una terminologia specifica, le possibilità motorie esprimibili nella pratica e allenabili, gli stili di vita corretti come quelli alimentari, d’igiene e di sicurezza, il fair play, la comunicazione non verbale, nonché la trattazione degli sport. Purtroppo in questo periodo storico caratterizzato dalla pandemia non è stato possibile realizzare la pratica degli sport programmati, ma ci siamo limitati a un approccio teorico. I protocolli per la sicurezza emanati dal Ministero per l’Istruzione per la pratica dell’educazione fisica nelle palestre scolastiche sono diversi da quelli diffusi dal C.O.N.I. per le società sportive. Dopo aver seguito personalmente i webinar organizzati dall’ufficio scolastico regionale per l’educazione fisica e aver riportato alla Dirigente le informazioni utili, è stato pubblicato un regolamento delle attività di educazione fisica in sicurezza. E’ doveroso evidenziare che la partecipazione a scuola degli alunni è un dovere per tutti (obbligo scolastico), mentre quella presso un’associazione sportiva è una scelta. Mi auguro che per il prossimo anno scolastico la situazione generale consenta di ripartire senza restrizioni e quindi praticare gli sport; questo di sicuro aumenterà l’interesse degli studenti e la passione per le discipline sportive.

3)Che strategia  usa per gestire i ragazzi indisciplinati nella sua ora in palestra?

  • E’ triste parlare di alunni indisciplinati, ma purtroppo è una realtà presente con entità diverse in molte scuole. Quelli che nella domanda sono definiti “ragazzi indisciplinati” sono in realtà degli individui fragili. Degli individui, che per vari motivi come l’ambiente familiare, o quello sociale nel quale vivono, hanno una strutturazione di sviluppo non armonica della personalità. Questo disagio nella crescita di una o delle quattro aree della personalità (cognitiva, emotiva/affettiva, corporea/motoria e sociale) a volte si manifesta con comportamenti che vengono definiti “indisciplinati” e che consentono loro di avere l’unica possibilità di visibilità nel contesto scolastico dove non emergono certamente per profitto in quanto come detto sono fragili. La scuola è, subito dopo la famiglia, la principale agenzia di socializzazione e formazione della personalità degli studenti e in quanto tale fa il possibile per contribuire alla loro formazione. Il sistema scolastico italiano prevede anche l’elaborazione di Piani Didattici Personalizzati (P.D.P.) per favorire l’interesse e gli apprendimenti, ma spesso ci si imbatte di fronte a un muro; quello della famiglia che lo considera quasi una vergogna. In alcuni casi servirebbe coinvolgere i Consorzi dei Servizi Sociali o le Antenne Sociali locali, ma questo è un evento molto raro. In mancanza di strumenti, in ogni lezione i docenti cercano individualmente di coinvolgere questi studenti alla partecipazione facendo il possibile. A volte questi interventi personali portano a dei risultati positivi, in altri casi non cambia nulla con la conseguenza di un fallimento del contesto sociale (famiglia, scuola, enti).

4)Perché ha scelto di insegnare proprio questa materia?

  • Da studente ho avuto dei docenti di educazione fisica che mi hanno fatto conoscere la disciplina per tutti i suoi aspetti. Da questo approccio è nata una passione maggiore per la pratica motoria che svolgevo e per la disciplina, che nel tempo mi ha portato a effettuare una scelta professionale

 

5)Quale atteggiamento vorrebbe che i suoi alunni avessero nei confronti della disciplina?

  • L’atteggiamento è quello che si aspettano tutti i docenti dai propri allievi, ovvero partecipazione, impegno e collaborazione. Questo presuppone conoscenza e rispetto delle regole e senso del dovere; aspetti che purtroppo non sono sempre presenti.  Per capire il perché, è sufficiente pensare agli esempi negativi che i ragazzi percepiscono tramite la televisione, i giornali o i social utilizzando internet. Le buone prassi “non fanno notizia” e hanno poco spazio nell’informazione, mentre “fanno notizia” altre tipologie di informazioni; è giusto parlarne, ma occorre farlo accompagnando queste notizie con una critica costruttiva.

 

6) Perchè ha scelto l’istituto comprensivo “Nino Iannacone” di Lioni?

 

  • Ho scelto Lioni per due motivi; il primo riguarda una procedura di graduatoria che prevedeva la sostituzione della bravissima collega prof.ssa Milly Marinaro che mi ha preceduto nel ruolo di docente di scienze motorie e sportive, il secondo è perché ci vivo.

7)Quali sono i punti di forza e di debolezza nell’insegnamento di questa materia?

 

  • Non riesco a trovare punti deboli, ritengo che questa disciplina sia completa perché coinvolge lo studente in tutti i suoi aspetti formativi. Mente, esercizio fisico, controllo delle emozioni e capacità relazionali sono interessate in egual misura per vivere un benessere psicofisico.

8)Quali attrezzi ginnici vorrebbe che venissero acquistati per il miglioramento della palestra?

 

  • Grazie all’impegno di chi mi ha preceduto, di cittadini lionesi tramite donazioni, a quello del D.S.G.A. ra  signora Poto Sofia Mirella e dei precedenti Dirigenti, nonché al determinante interessamento dell’attuale Dirigente prof.ssa Vece Patrizia e dell’amministrazione comunale posso affermare che non manca quasi nulla. Tra i vari interventi basti pensare al tunnel che porta dall’edificio scuola all’edificio palestra per consentire agli studenti di spostarsi anche in condizioni climatiche non favorevoli. Inoltre, abbiamo la presenza di un collaboratore scolastico, la Sig.ra Buldo Maria che si occupa esclusivamente della palestra per le procedure indispensabili di pulizia e di igiene degli ambienti (pavimentazione, spogliatoi, bagni), ma anche di vigilanza. C’è un regolamento di utilizzo per l’emergenza pandemia e non solo, perché tornerà utile anche dopo questo momento critico. Piccole cose si possono ancora realizzare, ed è sufficiente mezza giornata lavorativa; andrebbero fissati a parete alcuni appendi abiti negli spogliatoi.

 

 

9) Cosa vorrebbe cambiare nella palestra dell’istituto “Nino Iannaccone” di Lioni?

  • Per ora non vorrei cambiare nulla, probabilmente è tra le migliori del territorio. Anzi, piuttosto che cambiare, mi auspico di mantenere l’attuale strutturazione organizzativa e di gestione della palestra anche per il prossimo anno scolastico.

 

Prof.re Angelo Fischetti 

 

 

 

 

 

Silvia De Simone
Silvia De Simone
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